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Montecatini, finto incidente al figlio per raggirare l’anziana madre. Agli arresti per truffa

Montecatini, finto incidente al figlio per raggirare l’anziana madre. Agli arresti per truffa

Indagati due ventenni originari della Campania

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Montecatini. L’episodio lo scorso 3 luglio a Montecatini. Una tentata truffa aggravata che ha portato agli arresti due persone, entrambi ventenni originari della Campania (rintracciati ad Arezzo, traditi dall’auto sulla quale viaggiavano e che hanno utilizzato per il tentato colpo in città): uno è finito in custodia cautelare in carcere, l’altro agli arresti domiciliari.

La vittima, un’anziana donna che si trovava sola all'interno della propria abitazione, riceveva una telefonata al telefono di casa da parte di un signore, il quale la informava del fatto che suo figlio aveva causato un incidente stradale con la conseguenza di aver ferito gravemente una donna, trasportata d'urgenza in pronto soccorso. Quel soggetto, senza mai indicare le proprie generalità, proseguiva la conversazione telefonica rappresentando di conoscere da tempo il figlio dell'anziana donna (che chiamava con il suo nome corretto) e aggiungeva di non poterlo mettere in contatto direttamente con sua madre poiché si trovava in stato di fermo a causa di quel sinistro e necessitava di denaro per procedere al suo rilascio.
Per tale motivo aggiungeva che a breve a casa si sarebbe presentato un altro amico di suo figlio, di cui forniva genericamente il nome di Paolo, per ritirare il denaro che la donna avrebbe dovuto preparare per il rilascio di suo figlio.
Poco dopo, infatti, giungeva all'esterno dell'abitazione proprio questa persona, che dopo aver confermato alla donna l’incidente causato dal figlio, insisteva nella richiesta di denaro e gioielli da poter utilizzare per il suo riscatto e rilascio.

La vittima, impaurita e spaventata, faceva entrare all'interno dell’abitazione quel soggetto che nel frattempo era stato raggiunto da un altro uomo e, una volta all'interno, notata una cassaforte, chiedevano alla donna con insistenza le chiavi per poterla aprire.  L'anziana donna rispondeva di non avere in disponibilità le chiavi della cassaforte che, invece, aveva sempre con sé proprio suo figlio. I due soggetti, senza alcuno scrupolo, insistevano chiedendo alla donna di fornire loro un piccone o altro oggetto utile per forzare la cassaforte e le facevano scrivere su un foglietto di carta, a sua mano e firma, una falsa delega che li autorizzava a quell'apertura per il pignoramento dei tribunale.

In quegli attimi arrivava a casa la nuora della vittima che, notando quei due soggetti, chiedeva loro il motivo della presenza in casa e, così facendo, una volta scoperti nel loro intento truffaldino, non potendo più portare a termine l'azione criminosa, si davano ad immediata fuga dileguandosi nel centro cittadino.
Dall'altro lato del telefono, l'uomo che aveva contattato la vittima, senza mai riagganciare la conversazione telefonica, provava con un ultimo tentativo a trarre in inganno la vittima dicendo all'anziana signora e successivamente anche alla nuora che i due individui poco prima entrati nella sua abitazione erano già stati catturati dalla polizia e che, pertanto, si potevano tranquillizzare.
La donna non cadeva più in inganno soltanto perché la nuora decideva di contattare direttamente suo figlio, apprendendo direttamente da lui che la notizia poco prima ricevuta era integralmente falsa e che lui, come sempre, si trovava al lavoro in buona salute.

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