Il Tirreno

Montecatini

Ex hotel Paradiso: il Comune di Montecatini dice addio a 359.000 euro

Massimo Donati
Ex hotel Paradiso: il Comune di Montecatini dice addio a 359.000 euro

Il Tar cancella la sanzione per abusi edilizi irrogata nel 2004: confiscato alla banda della Magliana l’edificio ora è dello Stato

15 agosto 2017
3 MINUTI DI LETTURA





MONTECATINI. Sette piani, 28.000 metri cubi e 8.700 metri quadrati di superficie, in gran parte realizzati abusivamente. Dopo anni di abbandono, era tornato a far parlare di se lo scorso maggio, con l’inizio dei lavori per la sua messa in sicurezza, per chiudere con i mattoni porte e finestre e installare una cancellata esterno per dire basta a presenze indesiderate e bivacchi. Adesso, l’ex albergo Paradiso di Montecatini Alto, abbandonato dal 1996, da quando fu confiscato alla Banda della Magliana, torna protagonista proprio per un riflesso di tale confisca.

Il Tribunale amministrativo regionale della Toscana, infatti, ha accolto il ricorso presentato ben 12 anni fa da quella che adesso è l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata: il Comune di Montecatini non potrà incassare i 359.718,90 euro che dal novembre 2004 pretendeva come sanzione relativa al provvedimento di condono edilizio concesso per le opere abusive realizzate nel complesso alberghiero, che sorge in un’area soggetta a tutela paesaggistica.

Nato come albergo liberty agli inizi del Novecento, negli anni l’immobile aveva infatti gonfiato la propria volumetria fagocitando spazi e aree verdi a scapito di un paesaggio che ne era uscito deteriorato da un gigante in muratura che adesso si staglia sulla collina della rocca. Il cambio di destinazione, da alberghiera a sanitaria, non aveva portato migliore fortuna al Paradiso, che per qualche anno venne utilizzato anche come ospedale. Ampliato negli Settanta e Ottanta, la proprietà dell’hotel era passata di mano più volte, per finire, nel 1985, alla VuMa srl di Roma. Nessuno lo poteva sapere, ma su quell’edificio veniva messa una pietra tombale: la VuMa, accertarono poi gli inquirenti, era una società controllata dalla Banda della Magliana. E quando nel 2001 la Cassazione confermò la confisca dei beni, avvenuta nel 1996, riconducibili a Enrico Nicoletti, presunto cassiere della banda, nel mare magnum di immobili, ville e terreni, venne incluso anche l’hotel Paradiso, che finì nel patrimonio dello Stato.

L’ex albergo era già sotto sequestro preventivo dal 1994, quando l’inchiesta della procura di Roma era ancora aperta, e l’allora amministratore giudiziario del bene nominato dal magistrato fu autorizzato dall’Agenzia del demanio a presentare l’istanza di sanatoria edilizia al fine di regolarizzare le opere abusive. Nel corso del procedimento, l’amministratore si vide però notificare, il 27 novembre 2004, l’intimazione a pagare, entro 90 giorni, la sanzione di 359.000 euro e rotti.

Successivamente, con il decreto 110 del 14-15 novembre 1996, veniva disposta dal Tribunale di Roma la confisca di tutti i beni e delle società ricadenti nella disponibilità di Enrico Nicoletti, tra cui il 100% delle quote e del patrimonio della società VuMa, di cui faceva parte l’albergo di via Roma.

L’immobile è perciò entrato a far parte del patrimonio indisponibile dello Stato, per essere destinato alle finalità pubbliche previste dalla normativa antimafia: “Qualora sussista un interesse di natura generale – spiega la normativa – l’Agenzia può richiedere, senza oneri, i provvedimenti di sanatoria, consentiti dalle vigenti disposizioni di legge delle opere realizzate sui beni immobili che siano stati oggetto di confisca definitiva”.

Secondo il Tar, quindi, già di per sé ciò basterebbe a cancellare l’obbligo di pagamento della sanzione.

Ma anche la giurisprudenza, aggiunge, “è concorde nell’attribuire a tale pagamento la natura afflittiva di sanzione, e non già di indennità: da qui il principio di intrasmissibilità della sanzione inflitta all’autore della violazione.

Per il Comune di Montecatini, niente soldi

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Politica

Pisa, la ministra Bernini contestata dagli studenti: «Mi hanno impedito di parlare, non sono democratici» – Video

di Danilo Renzullo