Massa, una discarica e ratti nell’area di Borgo Ducale – La storia: il mega complesso libanese mai partito diventato cantiere eterno
Il Comune ha ordinato al proprietario di pulire la zona. La riqualificazione presentata nel 2023 non è mai partita. Il progetto prevedeva la realizzazione di 70 case, 20 negozi e 250 posti auto
MASSA. Sedie rotte, vecchi divani, elettrodomestici, sacchi neri ammassati. Ma anche pneumatici, scarti edili, vestiti sparpagliati tra i rovi. Tutto abbandonato nell’area di Borgo Ducale, l’eterna incompiuta alle porte del centro della città, acquistata all’asta nel 2023 dal gruppo libanese Apex Holding sal, e che doveva diventare, nei progetti del suo Ceo Hisham Jerdak, un mega complesso con 70 case, 20 negozi, 250 posti auto e un museo archeologico.
Una discarica a cielo aperto
Il progetto era stato anche presentato in pompa magna a Beirut in un evento a cui aveva partecipato anche l’allora ministro dell’Economia ad interim Amin Salam. Da allora però tutto tace e l’area è diventata una discarica open air con ratti che entrano ed escono. Tanto che il Comune, dopo un primo sopralluogo lo scorso luglio (fatto dietro la segnalazione dei residenti) e un secondo controllo a ottobre, ha emesso un’ordinanza che obbliga la proprietà – nell’atto indicata come Borgo Srl – a ripulire completamente l’area entro trenta giorni. Durante i controlli, i tecnici comunali hanno accertato anche che il cancello d’ingresso su via dei Margini, nei pressi dell’incrocio con via Turati, è stato divelto, rendendo possibile l’ingresso di estranei e il continuo abbandono di rifiuti. Una situazione che, si nell’ordinanza, «determina gravi problemi igienico-sanitari per la proliferazione di animali nocivi e compromette il decoro urbano del quartiere».
L’ordinanza del Comune
Già a settembre era stata inviata, invano, una diffida. Da qui la decisione del Comune di procedere con un provvedimento più incisivo. L’ordinanza impone: la rimozione dei rifiuti e il taglio della vegetazione infestante lungo la recinzione e attorno al fabbricato, un servizio di derattizzazione professionale e la chiusura dell’accesso carrabile divelto per evitare nuovi abbandoni. La proprietà ha 30 giorni dalla notifica per adeguarsi, dopodiché scatteranno le sanzioni e il Comune potrà procedere in danno, cioè intervenire direttamente e addebitare le spese.
Borgo Ducale: la storia
Un’area, quella di Borgo Ducale, che sembra destinata a non sbocciare. I primi passi per la trasformazione di quelle che erano ex segherie sul Frigido in un centro residenziale risalgono alla fine degli anni Novanta, quando i titolari presentarono un progetto in Comune, che prevedeva, fra le altre cose, un parcheggio interrato a due piani. L’idea piacque all’allora sindaco Roberto Pucci, che vedeva nell’operazione uno strumento per togliere le auto dalle due piazze del centro storico. Ma il progetto cozzava con le previsioni del Piano regolatore e si arenò. L’area finì nelle mani di una nuova proprietà: la cordata di imprenditori apuani Borgo Ducale Srl. Il progetto cambiò radicalmente e incominciò a pensare in grande: quindici negozi al piano terra, trenta appartamenti ai piani superiori, uffici, una banca, il tutto con tanto di ingresso a loggiato nel viale Puccini e corte circondata dagli edifici. Una delle caratteristiche dell’operazione era che il 10% delle volumetrie sarebbe andato al Comune a mo’ di sconto sul pagamento degli oneri di urbanizzazione; il Comune aveva già pensato di piazzarci la sede dei vigili urbani. Un progetto pronto chiavi in mano, diceva l’amministrazione comunale di allora.
Dalla crisi all’asta
Poco dopo la partenza dei lavori arrivò però lo stop della Soprintendenza secondo cui le segherie avevano un valore storico e non potevano essere demolite. Secondo l’amministrazione di allora – sindaco era Fabrizio Neri – la notifica della Soprintendenza per la sospensione dei lavori era incompleta. Nel frattempo le ruspe avevano iniziato a buttare giù le segherie. Fino allo stop definitivo. La società doveva a quel punto riformulare il progetto in modo tale che le segherie – quanto rimasto – venissero recuperate e non demolite. Era il 2009. Nel 2012 la Borgo Ducale Srl cambiò assetto: uscirono alcuni dei soci fautori del primo progetto e ne entrarono di nuovi. E arrivò un nuovo progetto: un complesso di 11mila metri quadrati, 2. 200 dei quali al coperto, con case da quattro piani e vista mare, negozi e oltre ai 100 parcheggi al coperto più altri 100 posti auto nelle zone di confine (lungo via Margini e via Puccini). Il cantiere ripartì nell’agosto e avrebbe dovuto chiudere – stando ai piani della società- nell’agosto del 2014. E invece tutto si fermò di nuovo: la crisi, conflitti interni, la società fallì e fu messa in liquidazione. Nel 2019 arrivò il fallimento definitivo.
L’acquisto del gruppo libanese
L’area andò all’asta e la comprò, appunto, nel 2023, il gruppo libanese. L’aggiudicazione provvisoria era arrivata sulla base della cifra di un milione, 93mila e 838 euro; il gruppo era l’unico concorrente e aveva depositato circa 110mila euro di caparra, garantendosi l’aggiudicazione provvisoria. Ma da allora nulla è cambiato, se non, da quanto emerge dall’ordinanza del Comune, per peggiorare. L’ente parla di «seri problemi di natura igienico – sanitaria dovuti alla proliferazione di ratti per le abitazioni circostanti, nonché di forte degrado».
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