Carrara, hotspot per i migranti o nuova linea ro-ro: Roma guarda al retro porto
Avanzano due ipotesi di sviluppo ma le aree sono limitate. Pisano sull’ipotesi della rotta per tir “liguri”: «Qualsiasi missione deve tenere conto di ciò che c’è alle spalle dello scalo»
MARINA DI CARRARA. La sensazione è che nelle stanze romane della politica si pensi che le aree industriali alle spalle del porto apuano siano a geometria variabile, una sorta di contenitore espandibile a piacimento. Nel giro di tre settimane sono spuntate due ipotesi per altrettanti maxi progetti di natura “logistica” che chiamano in causa, seppure in maniera differente, la cosiddetta area retro-portuale, termine con cui non si deve intendere un lotto industriale in particolare bensì tutte quelle aree che stanno alle spalle dello scalo di Marina di Carrara e che su Marina-cittadina hanno riverberi a secondo di come vengono impiegate. Rumore. Traffico. Inquinamento. Ebbene, i primi di ottobre, si è diffusa la voce – che Il Tirreno ha sottoposto al prefetto Guido Aprea – che nel retro-porto potrebbe essere allestito un hotspot, cioè un centro di prima accoglienza (e identificazione) per i migranti che arrivano via mare. Passano due settimane e il viceministro ai trasporti Edoardo Rixi lancia l’idea di una linea marittima sperimentale Marina di Carrara-Tolone per alleggerire il traffico di tir che opprime le autostrade liguri: e qui l’area retro-portuale rispunta, necessariamente, come spiegano gli addetti ai lavori, in maniera funzionale alla creazione della rotta per il traffico pesante che mortifica la Terra Leggiadra.
Di cosa si parla
Fino a qualche tempo fa per area retro-portuale si intendeva quello che è diventato il quartier generale dei moduli industriali (monta e smonta) di Baker Hughes, un “piazzale” pressoché di fronte all’ingresso di levante del porto, lungo viale Da Verrazzano. Oggi per retro-porto si intende invece un’area molto più estesa: anche per l’ex Rumianca si parla di area retro-portuale. Vediamo dunque i due progetti che, almeno in teoria, non sarebbero – entrambi – a-impatto-zero su Marina.
Il progetto migranti
Di recente e incidentalmente si scopre che Carrara potrebbe diventare sede di hotspot, struttura che – attenzione – non detiene ma accoglie il migrante; nel giro di due anni e otto mesi, del resto, Marina è stata “porto sicuro” per 20 sbarchi di (complessivamente) 2.269 viaggiatori disperati e in cerca di una nuova esistenza. Il Tirreno ha sottoposto l’ipotesi vociferata al prefetto Aprea che ha risposto che «non c’è niente di definito» e che «si tratta di un’ipotesi che riguarda tutti i porti che accolgono sbarchi di migranti»; in Toscana, Livorno e Carrara, dunque. E dove potrebbe essere predisposto l’hotspot? «Nell’area retro-portuale», si mormora.
L’idea di Rixi
Qualche giorno fa, poi, alla Genoa Shipping Week il viceministro Rixi accarezza l’ipotesi di creare una linea ro-ro – abbreviazione di roll-on/roll-off, servizio marittimo destinato al trasporto di mezzi su ruote – tra Marina di Carrara e Tolone; l’obiettivo è: liberare le autostrade liguri dal traffico pesante, «150mila camion l’anno», stima del vice-ministro; detto in altre parole, se i tir salgono sulle navi, non si formano le code sulle traiettorie dei cantieri che oggi ammorbano la viabilità ligure. Il progetto – che risiederebbe ancora nella terra degli intenti – è stato già bollato come «da respingere in toto» dall’ambientalista carrarese Riccardo Canesi (e non solo da lui) per gli impatti che avrebbe su Marina di Carrara. Il Tirreno ha sottoposto la questione a una auctoritas tecnica, Bruno Pisano, il commissario dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure orientale, ente che sovrintende alla gestione dello scalo apuano: «Gestire via mare traffici è nella missione del porto – dice Pisano – Certo è che qualsiasi missione deve tenere conto del retro-porto»; detto in altre parole, se i tir liguri devono avere come destinazione Marina di Carrara si deve allestire la zona retro-portuale in modo tale che possano essere ricevuti anche per contenere, rammenta anche Pisano, gli effetti sulla cittadina.
Ci sta tutto?
La domanda è: o l’una o l’altra, o la struttura hotspot o la rotta ro-ro? Oppure, Roma e i suoi ministeri vogliono dare vita a entrambe? E pensare che da una verifica – confessiamo, a volo d’uccello – con gli addetti ai lavori, di lotti liberi in questa “sconfinata” area retro-portuale non se ne vedrebbero molti. E allora di che si parla?