Il Tirreno

Il futuro dello scalo

Porto di Carrara, scossone all’impasse: Pisano a un passo dalla nomina

di Giovanna Mezzana

	Da sx Antonio Musso e Bruno Pisano (Foto Cuffaro)
Da sx Antonio Musso e Bruno Pisano (Foto Cuffaro)

Alla festa di Grendi il commissario rivela importanti novità. Il 14 ottobre è stato battezzato a Roma un tavolo per superare gli ostacoli che bloccano il nuovo Piano regolatore

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MARINA DI CARRARA. Porta bene al porto apuano la festa del porceddu sardo, evento “pop”, annuale – siamo all’edizione numero nove – con cui il Gruppo Grendi, che di mestiere trasporta merci tra il Continente e la Sardegna, incontra dipendenti, clienti, giornalisti, e comunità portuale, in una atmosfera da convivio. Quest’anno ha “bagnato” il recente matrimonio tra Grendi e Gruppo Dario Perioli, altro operatore terminalista dello scalo marinello, la kermesse del gusto importata dall’Antica Ichnusa dove Grendi ha la sede operativa; ma l’incontro, che punta a potenziare “connessioni” tra l’Alta Toscana e la Terra del Maestrale, ha anche fatto sì che tra un assaggio di pecorino sardo accompagnato da pane Carasau e un calice di Carignano del Sulcis-vitigno autoctono, spuntassero novità importanti per il futuro del porto: si viene a sapere che il 14 ottobre a Roma si è usciti dal pantano in cui era finito l’approvando Piano regolatore portuale a cui manca il nulla osta del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Due volte festa

Porto di Marina di Carrara, ingresso di Levante, terminal Grendi. Il capannone della Dusty srl, che in seno allo scalo si occupa di servizi ecologici e di bonifica, è “incorniciato” dai container verde erba – inconfondibili – di Grendi; si varca la soglia e dentro c’è apparecchiata una tavolata da almeno 200 posti, distribuiti a ferro di cavallo. Fuori, nel piazzale, il porceddu scoppietta su un griglione. Fa gli onori di casa Antonio Musso, amministratore delegato insieme a Costanza Musso del Gruppo Grendi, e ad di Grendi Trasporti Marittimi. Gli piace dire che «oggi (ieri, ndr) qui ci sono 130 dipendenti di entrambe le aziende», cioè la sua e la Dario Perioli. Il 5 agosto i due gruppi “spedizionieri” hanno alzato il velo su una grande operazione che nessuno mai si sarebbe aspettato in una terra in cui, con spirito (a volte) velleitariamente “anarchico” ciascuno, anche l’imprenditore, “balla da solo”. Grendi Trasporti Marittimi è entrata nel 70% del capitale di Dario Perioli: si sono messe così le basi per la creazione di un gruppo logistico italiano competitivo a livello europeo. Una cosa grossa, insomma.

Il maialino galeotto

C’è feeling tra Antonio Musso e Michele Giromini, ad della Dario Perioli: si vede. Uno accanto all’altro, danno il benvenuto ai commensali che – intorno alle 13, 30 – hanno preso posto a tavola. «Insieme faremo grandi cose», dice Musso. «Dovevo aspettarmi “qualcosa” da quel Patto del Maialetto scattato quando tre anni fa – dice divertito e con il senno di poi Giromini – ospitammo la festa di Grendi nel nostro capannone. E siccome – conclude con il medesimo tono – i nostri dipendenti amano la Sardegna, ora temo un esodo».

Il nodo

Sono terminalisti Grendi e Dario Perioli e, va da sè, che a loro stia a cuore che il porto venga potenziato mediante una nuova geografia, prevista dal futuribile Piano regolatore. Grendi attende con fiducia «Un aumento complessivo dello spazio disponibile in porto – dice Musso – con l’ampliamento del piazzale Città di Massa e del piazzale Buscaiol», ma anche «un miglioramento delle condizioni marittime dello scalo, dal pescaggio alla possibilità di ormeggiare le due navi RoRo in banchina anziché sulle ancore, alle boe». C’è la buona notizia.

Dalla capitale

La porta il commissario straordinario dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure orientale Bruno Pisano, tra gli ospiti all’evento-Grendi: «Per il Piano regolatore si è svolta il 14 ottobre – dice – una prima riunione coordinata dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, a cui abbiamo preso parte noi (l’Authority, ndr), la regione Toscana, il ministero delle infrastrutture». La costituzione di questo tavolo non assolve a un obbligo formale – non era prevista – bensì è funzionale al superamento dell’impasse: «Le istanze arrivate dal territorio (tra di esse c’è il nodo dell’erosione, ndr) sono state colte dal Ministero – aggiunge il commissario – Direi che con il 14 ottobre è stata superata la situazione di stallo». Pisano informa anche che la prossima settimana dovrebbe essere all’ordine del giorno del Senato la nomina dei commissari a presidenti delle Authority; a stretto giro giungerà anche la sua, anche se, confessa, «da quando sono arrivato mi sono comportato come fossi il presidente, dal Piano regolatore al WaterFront, anche perché ho trovato una struttura pronta, dal segretario generale, che andrà in continuità, al gruppo dirigente».

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