La misura
Emergenza medici di famiglia: tra Massa e Carrara ne mancano 29 – Perché sono introvabili
Tutti quelli in forza hanno raggiunto il tetto massimo di 1.500 assistiti. L’Asl: «Stiamo studiando le azioni più adeguate da adottare. A inizio 2026 potrebbero entrare nuove figure»
MASSA. Mancano 29 medici di famiglia tra Massa e Carrara. Un saldo negativo che pesa soprattutto nella città del marmo, perché sta lasciando molti cittadini senza un medico curante. Il problema nasce dai pensionamenti e dalle rinunce all’incarico di alcuni professionisti, con la conseguenza che i colleghi rimasti sono già tutti “massimalisti”, cioè al limite dei 1.500 assistiti ciascuno. Al momento in tutta la provincia operano 127 medici di base, di cui 20 pediatri e 107 medici di medicina generale: 52 tra Massa e Montignoso, 39 a Carrara e 36 in Lunigiana.
Tuttavia l’ultimo aggiornamento regionale, contenuto nella delibera 608/2025 - 770/2025 dell’Azienda Asl Toscana Nord Ovest pubblicata a luglio, attesta che questi numeri non bastano.
Le cosiddette “zone carenti” ammontano a 15 per Carrara, 14 per Massa-Montignoso e 9 per la Lunigiana: in pratica posti vacanti che servirebbero a ristabilire il corretto rapporto tra numero di pazienti e dottori, il cosiddetto parametro “ottimale”.
Ma se a Massa il sistema riesce ancora a reggere - i cittadini che cambiano medico trovano comunque dottori con posti liberi - a Carrara la situazione è ormai critica. Qui tutti i medici hanno raggiunto il massimale e i cittadini rimasti scoperti non hanno più possibilità di scelta.
A confermare questa situazione è la dottoressa Francesca Benedetti, membro eletto del direttivo provinciale Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale: «Il problema maggiore è su Carrara, dove negli ultimi mesi ci sono stati pensionamenti e rinunce all’incarico. Qui diversi cittadini sono rimasti senza medico e tutti i colleghi sono massimalisti».
Ovvero hanno raggiunto il limite di pazienti, e quindi «chi cambia medico non trova posti liberi - prosegue Benedetti -. Si sta cercando di aumentare il numero massimo di assistiti di 50 unità, ma è un inevitabile sovraccarico di lavoro».
Diversa, ma non troppo, la situazione a Massa, dove «ci sono ancora colleghi con posti disponibili, anche se il problema rischia di estendersi». La difficoltà, spiega la rappresentante Fimmg, nasce da un mix di cause: «Il territorio non è considerato appetibile, il lavoro è diventato sempre più burocratico, le richieste della popolazione sono crescenti e i carichi di lavoro insostenibili. I giovani medici si allontanano da questo tipo di professione, e quando qualcuno entra in servizio si satura subito».
Non a caso si parla di “esodi bianchi”: «Ci sono colleghi che lasciano l’incarico per l’insieme di questi motivi - aggiunge -. È una rinuncia silenziosa, ma diffusa». A complicare il quadro c’è anche la riforma del ruolo unico, che prevede per i nuovi medici l’obbligo di dedicare un certo numero di ore al distretto se non hanno ancora il massimale di pazienti. «Questi professionisti dovrebbero lavorare anche nelle Case di Comunità - spiega Benedetti - accanto a infermieri, fisioterapisti e assistenti sociali, per offrire ai cittadini un punto di riferimento unico. Ma mancano le risorse umane per far funzionare davvero il sistema: non ci sono abbastanza medici».
Il problema, spiega la dottoressa, «non è la mancanza di concorsi o bandi per assumere; anche di recente sono stati fatti, ma sono andati deserti. Per questo a Carrara si andrà verso ad una deroga del numero massimo di pazienti, facendo aumentare obbligatoriamente di 50 unità il massimale».
Il problema semmai riguarda la professione in sé, diventata sempre più oberata di lavoro. «Oggi con cinque ore di ambulatorio ne servono altre tre solo per i certificati - spiega Benedetti -. Serve un foglio per tutto: per tornare a scuola con le stampelle, per un’alimentazione diversa, per l’assicurazione sanitaria. È un lavoro che si è spostato dal curare al compilare». Anche il contesto demografico locale non aiuta.
«La popolazione invecchia e le esigenze aumentano. Dopo la pandemia è cambiato anche l’approccio, anche tra i più giovani: oggi dopo due giorni di febbre molti si recano subito dal medico o lo chiamano, creando una pressione costante». Sulla questione spiega l’Azienda Asl Toscana Nord Ovest, interpellata dal Tirreno: «Nella zona di Massa non risultano problemi particolari - fa sapere l’azienda -. A Carrara, invece, la difficoltà è legata a due recenti “uscite” di medici. Insieme ai professionisti in servizio stiamo studiando le azioni più adeguate da mettere in campo. Va però considerato che a fine anno verranno pubblicate le nuove zone carenti e, se ci saranno risposte positive, a inizio 2026 potranno entrare in servizio nuovi medici di medicina generale anche a Carrara».
