Il Tirreno

La scoperta

Carrara, i geotritoni popolano le Apuane: la sorpresa nella cava Romana e la spiegazione dell’esperto

di Giovanna Mezzana

	Il geotritone di Ambrosi trovato a Fossacava, a dx il bio-lago nell’anfiteatro della cava Valsora
Il geotritone di Ambrosi trovato a Fossacava, a dx il bio-lago nell’anfiteatro della cava Valsora

Manutentore trova un esemplare. Il biologo: «Osservazione interessante»

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CARRARA. Forse non tutti sanno che le Apuane sono culla di tritoni. Anzi, di geotritoni. E se vogliamo essere ancora più precisi, del geotritone di Ambrosi. Parliamo di un piccolo anfibio per la cui tutela si sono scomodati persino a Bruxelles. È prezioso, del resto: vive solo in Italia ed esclusivamente nella terra ligure-apuana, a cavallo tra Massa-Carrara e La Spezia. I biologi sanno tutto da sempre. Il grande pubblico invece ignora. E allora perchè non raccontare quella che per il senso comune può essere accolta come una rocambolesca scoperta? Essa – per altro – fa venire alla luce una preziosità dell’universo-cave che è sconosciuta ai più: lassù non c’è solo oro bianco, la montagna custodisce anche piccoli portenti della Natura (come l’animaletto di cui si diceva) e bio-meraviglie.

Ma che cos’è?

Bacino di Colonnata. Località Tarnone. Sito archeologico della famosa Cava Romana di Fossacava. Tutto inizia qualche giorno fa. Alessandro Incerti, installatore e manutentore, sta mettendo mano a una cabina elettrica in una delle casupole in pietra del percorso didattico del sito di Fossacava. Ha piovuto e dal Comune è incaricato di fare controlli. «Mentre stavo lavorando – racconta – ho visto che qualcosa si muoveva sul pavimento su cui c’era un po’ di sabbiolina». Guarda meglio: «Mi sembrava una lucertola o un geco». Poi si accorge che non è né l’una cosa né l’altra: «È una salamandra, non la vedevo da 40 anni, dai tempi delle escursioni con il Cai», dice a se stesso. Si prende cura dell’animaletto: lo raccoglie con una “piattella” di plastica, esce dalla casupola e, dopo averlo spruzzato con gocce d’acqua perché “insabbiato” di cemento, lo depone in un’ansa del percorso museale tra roccia e acqua. Lo assale una curiosità: «Ma è davvero una salamandra o è un tritone»? «Così – dice – ho contattato la Cava Valsora», che è poco più su, anche se siamo già nel bacino estrattivo di Massa, «perché avevo visto qualcosa del genere su Instagram».

La rivelazione

Dalla Cava Valsora viene edotto. Quello è un tritone. Il tritone alpestre apuano. E qui si apre un mondo. Di una bellezza tale da mozzare il fiato. A Valsora la Natura si è riconquistata una porzione di cava dove non si estrae più marmo: nel 2016 nell’anfiteatro di cava scavata a pozzo si è formato un lago antropico, uno specchio d’acqua color smeraldo circondato da alte mura di marmo che creano uno scenario-unicum. E si scopre che è soprattutto da qui che arrivano i tritoni ed è qui che prolifera una specie vegetale rara: la Chara virgata, un’alga “vissuta” 500 milioni di anni fa e scoperta per la prima volta in Toscana proprio a Cava Valsora. Spiega tutto anche a Il Tirreno Laura Angeloni, concessionaria di cava insieme al fratello. Oggi Cava Valsora non è solo marmo ma è anche un luogo di amenità naturalistiche, meta di visite e di escursioni (www.cavavalsora.com) .

Il biologo

Non resta che approfondire con un esperto. «L’osservazione fatta alla Cava Romana di Fossacava – spiega il biologo Fabrizio Oneto del Centro Studi Bionaturalistici srl di Genova – è molto interessante perché riguarda una specie di anfibio fra le più peculiari ed elusive del panorama italiano ed europeo: il geotritone di Ambrosi». E così dal biologo si viene a sapere che frequentemente viene trovato in grotte o cavità artificiali, ma «in realtà è diffuso nelle spaccature del suolo e della roccia in ambienti umidi e freschi, perché, pur essendo un anfibio come rane, rospi salamandre, in realtà non ha vita acquatica e si muove esclusivamente a terra». Non è la sua sola particolarità: al suolo depongono le uova le femmine; ogni esemplare lascia «una decina di uova sferiche nelle spaccature e al buio, e resta con loro – spiega il biologo – per quasi un anno senza mai abbandonarle in attesa che schiudano, tenendo alla larga i predatori. Ma non basta: dalle uova fuoriescono piccoli geotritoni che restano con la madre ancora per un mese, arrampicandosi sul suo dorso; lei li accudisce difendendoli attivamente dalle minacce esterne. Questo – sottolinea il biologo – è un comportamento unico fra gli anfibi europei». Tutelato dalla Direttiva europea 92/43/Cee e in Toscana dalla Legge regionale n. 56 del 6 aprile 2000, è un anfibietto davvero portentoso.
 

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