Variante Aurelia a Massa, passa un deciso "sì" ma ora c'è il nodo degli espropri: gli immobili a rischio
Con 29 voti a favore e solo uno contrario del Polo. È a rischio la “casa” di Un cuore un mondo”
MASSA. Per la variante Aurelia il verdetto della politica è quasi unanime. «Sì» a cambiare gli strumenti urbanistici per permettere questa nuova infrastruttura, e a dirlo è un fronte ampio che va dalla maggioranza fino ai gruppi di opposizione, eccetto il Polo progressista e di sinistra. Ora il Comune, dopo il voto favorevole del consiglio comunale (29 a favore, 1 contraria), potrà andare alla conferenza dei servizi del 29 settembre e dire che la variante è coerente ai suoi strumenti e non c'è nulla da eccepire. Da lì in poi partirebbe la progettazione esecutiva e la gara d’appalto, ma mentre la politica apre la strada alla nuova infrastruttura un'ombra cala sui terreni da espropriare. Perché tra i circa novanta immobili coinvolti secondo la consigliera Daniela Bennati del Polo Progressista ci sarebbe anche la casa dell’associazione Un cuore un mondo, che ospita i genitori dei bambini ricoverati all’Ospedale del Cuore. Non solo per questo, ma in generale per una contrarietà totale all’infrastruttura, il Polo è stato l’unico a votare contro.
La Variante è un’infrastruttura stradale pensata per alleggerire il traffico pesante sull’Aurelia che attraversa Turano. Il progetto prevede un tracciato che, da via Pellegrini, sarà parallelo alla ferrovia fino a collegarsi all’Aurelia vicino all’Opa. Da anni si parla di questa variante, tant’è che sia il regolamento urbanistico del Comune che della Provincia contemplano questa opera, pur in versione differente. Per questo è stato necessario aggiornare le cartografie, per questo la politica si è trovata grossomodo sulla stessa falsariga. «Dobbiamo metterci nei panni dei residenti di Turano, che da decenni attendono quest’opera - ha detto Filippo Frugoli (Lega) -. Il comitato del Sì ha contato trenta morti: non possiamo ignorare la paura di chi vede i camion passare a pochi centimetri dalle proprie case». Sulla stessa linea Marco Guidi di FdI, dicendo che «diamo risposta di sicurezza a un quartiere dove le case tremano al passaggio dei mezzi pesanti».
Esulta il deputato della Lega Andrea Barabotti che si è occupa del dossier, chiarendo che «una parte consistente delle risorse è già assicurata e ho ricevuto rassicurazioni sulla copertura totale del finanziamento». Anche il Pd e Massa è un’altra cosa hanno votato a favore, pur chiedendo di accompagnare la realizzazione dell’opera con «uno studio sulla mobilità, per garantire sostenibilità e qualità della vita», e annunciando la presentazione di una mozione ad hoc. Di altro tenore Daniela Bennati. «Questa opera non risolverà i problemi di Turano. Ci sono incognite sul rischio idraulico: il volume dell’infrastruttura ridurrà la capacità drenante in un’area già colpita da alluvioni». La consigliera ricorda i nodi sugli espropri: «C’è il ricorso dell’Eni per l’esproprio del loro distributore, stimato in 350mila euro quando pochi anni fa è stato ristrutturato per 2 milioni, e quello del comitato No Variante sulla valutazione ambientale strategica». Ma soprattutto, la preoccupazione è per la casa di Un cuore o un mondo, avvertendo che «la casa verrà abbattuta». In attesa di riscontro da parte dell’associazione, sarà la conferenza dei servizi e il progetto esecutivo a determinare quali saranno le aree da espropriare.