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Stragi nazifasciste, risarcimento di 4 milioni di euro agli eredi delle vittime di Bergiola Foscalina

di Pietro Barghigiani
La riesumazione dei cadaveri alla fine della guerra
La riesumazione dei cadaveri alla fine della guerra

Una causa discussa davanti al giudice la cui sentenza è stata depositata in questi giorni. Condannata la Germania per l’orrore nazista dei 72 morti: tanti bruciati vivi

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CARRARA. Un massacro indiscriminato contro donne, vecchi e bambini come risposta all’uccisione di un tedesco. Una rappresaglia consumata nel giro di poche ore: ne ammazzarono 72, anche con i lanciafiamme. Nella geografia dell’infamia nazista in Italia post 8 settembre 1943, la strage di Bergiola Foscalina è un simbolo straziante della bestialità perpetrata dall’esercito germanico contro i civili.

La condanna

I responsabili furono i soldati del reparto esplorante corazzato della 16. SS- Panzergrenadier-Division “Reichsführer-SS” comandato da Walter Reder, ma al loro fianco c’erano i fascisti della XL Brigata Nera di Apuania. Italiani contro italiani. Ora quella carneficina ha una risposta giudiziaria, per il momento solo sulla carta.

Il Tribunale di Genova ha condannato al Germania – ma le risorse sono nel fondo ristori istituito al ministero dell’Economia e delle finanze – a risarcire nove eredi delle vittime con oltre 4 milioni di euro. Una causa discussa davanti al giudice Stefania Polichetti la cui sentenza è stata depositata in questi giorni.

Il massacro

Era il 16 settembre 1944 quando Bergiola Foscalina conobbe l’orrore della feroce barbarie nazifascista. Reparti delle SS e delle Brigate Nere, appena giunti nel paese, radunarono gli abitanti: uomini, donne, bambini caddero sotto le raffiche di mitragliatore, mentre le abitazioni furono devastate dal lancio di bombe. Il pretesto fu l’omicidio di un tedesco in località La Foce: colpito da una fucilata che si ritenne fosse partita dal paese poi trasformata nel bersaglio mortale dai nazisti. Erano le 14. Due ore dopo ebbe inizio la rappresaglia dei tedeschi che a bordo di alcune autoblindo entrarono nel paese di Bergiola dove si trovavano solo donne, bambini e anziani.

Gli uomini, alcuni già da giorni, avevano lasciato il paese per rifugiarsi nella zona circostante a seguito delle notizie ricevute sull’operato dei tedeschi, altri erano fuggiti vedendo salire i soldati verso il paese.

L’atto eroico inutile

Il maresciallo della Guardia di Finanza Vincenzo Giudice venne a sapere quello che stava per accadere e si offrì, per salvare loro la vita, di sostituire gli ostaggi civili, non sapendo che tra i futuri condannati a morte c’erano anche la moglie e la figlia. L’ufficiale nazista rifiutò il cambio sostenendo che le leggi di guerra impedivano di accettare una tale proposta proveniente da un militare. Giudice si spogliò della divisa e insistette nel chiedere lo scambio presentandosi come ostaggio civile: venne ucciso senza che questo fermasse l’imminente massacro dove le vittime subirono anche il vilipendio dei cadaveri.

Bruciati vivi

«I tedeschi, coadiuvati dai militi della 40ª Brigata Nera di Carrara, rastrellarono gli abitanti del paese chiudendone una trentina di questi nella scuola elementare alla quale diedero fuoco con i lanciafiamme alimentando l’incendio con latte di benzina e catrame – ricorda la sentenza – . La stessa sorte venne riservata ad altri paesani che feriti e rinchiusi nella loro case vennero bruciati vivi. Le notizie di quello che stava accadendo arrivarono ai partigiani della zona che si diressero a Bergiola per difendere la popolazione ma arrivarono quando ormai era tutto finito e i nazifascisti avevano lasciato il paese da meno di un’ora». Non c’era altro da fare che spegnere gli incendi, soccorrere i sopravvissuti e contare i morti: 72 vittime, di cui 43 donne, 14 bambini e 15 adolescenti tra i quali anche la moglie e i figli del maresciallo Giudice.

Il risarcimento

L’azione di recupero dei soldi sarà possibile dopo il passaggio in giudicato del verdetto considerato che finora non ci sono stati pagamenti nonostante le sentenze. Gli eredi hanno, comunque, un titolo di credito per pretendere le somme stabilite dal Tribunale come risarcimento del massacro di donne, vecchi e bambini.

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