Il Tirreno

Migranti

Marina di Carrara, torna la Life Support di Emergency con a bordo 29 persone


	Un momento dei soccorsi (foto Francesco Scisciolo)
Un momento dei soccorsi (foto Francesco Scisciolo)

La ong ha soccorso un’imbarcazione partita da Sabratah, in Libia. C’è anche un bambino

02 giugno 2023
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CARRARA.  La nave di ricerca e soccorso di Emergency, Life Support, ha terminato alle  11.30 di venerdì 2 giugno il soccorso di un’imbarcazione partita da Sabratah, in Libia, con a bordo 29 persone tra cui 3 donne e 1 bambino. Dopo aver concluso le operazioni di salvataggio e aver informato le autorità, la Life Support ha chiesto un porto sicuro dove sbarcare i naufraghi.  È stato assegnato dall’MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) il porto di Marina di Carrara.
 
“I naufraghi erano partiti all’una e trenta della scorsa notte ed erano in viaggio da quasi 10 ore quando abbiamo iniziato le operazioni di soccorso – commenta Albert Mayordomo, capomissione della Life Support –. Non appena ci siamo avvicinati siamo stati investiti da un fortissimo odore di benzina. Le taniche a bordo si erano rovesciate: alcuni naufraghi erano immersi nella benzina e, per mancanza di carburante, il natante non sarebbe stato in grado di navigare ancora a lungo”.
 
“In questa missione, come nelle precedenti, siamo stati testimoni indiretti di illegali respingimenti di imbarcazioni di migranti verso la Libia – prosegue Albert Mayordomo –. Persone che hanno il diritto di raggiungere un luogo sicuro dove chiedere asilo e che per nessuna ragione dovrebbero essere riportate in Libia, un Paese dove le persone migranti subiscono gravissime violazioni dei diritti umani. Molti viaggiano per anni prima di poter provare a raggiungere un luogo sicuro dove potersi finalmente fermare”.
 
“I naufraghi provengono da Eritrea, Etiopia, Gambia e Sudan: luoghi in cui la sopravvivenza non è garantita a causa di conflitti armati e mancanza di cibo – riporta Mohamed Hamdi, mediatore culturale della Life Support –. Alcuni hanno viaggiato anche per anni prima di poter provare a raggiungere l’Europa”.

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