Carrara, città spopolata, altri dati choc: solo 324 i bambini nati nel 2022
I deceduti sono stati 859, sempre meno i giovani e di più gli anziani
Carrara Una città sempre più vecchia, sempre più spopolata. Anche dal documento unico di programmazione, approvato dalla giunta, emerge nella sua drammatica evidenza la “fotografia” scattata di recente dallo studio Isr. In tutta Carrara ci sono solo 319 bambini sotto l’anno di età, 1.336 tra 1 e 4 anni, 2.076 tra i 5 e i 9; 2.535 tra i 10 e i 14; la situazione si rovescia per gli anziani: 2.668 con più di 85 anni, 2.931 tra gli 80 e gli 84; 3.341 tra i 75 e i 79; 3.734 tra i 65 e i 69. La fascia più popolosa è quella tra i 50 e i 54, 5.067, e tra i 55-59, 5.042, i figli del “boom”. I giovani sono pochi: dai 20 ai 24 anni, sono appena 2.746, dai 25 ai 29 2.745. Una popolazione scesa a quota 59.978. I dati si riferiscono al 2022.
Tirando le somme: in età prescolare, da 0 a 5 anni, i baby carraresi sono solo 2.065; nell’età dell’obbligo (6-14 anni) 4.201; in età giovanile (15-29 anni) 8.136; in età adulta (30-64 anni) 28.940; in età senile (oltre 65 anni) 16.636.
Dominano le famiglie monocellulari: sono 10.819, il 38,12%; le famiglie con due componenti, 8.149, il 28,71%; con tre componenti, 5.433 (19,14%); con 4, 3.027 (10,67%); con 5 e più, una rarità: 954, 3,36%; totale complessivo 28.382 famiglie.
Nel 2022 c’è stato il drammatico trionfo delle culle vuote, con appena 324 nati, nemmeno uno al giorno; 859 i deceduti, saldo di meno 535; gli immigrati sono stati 1.359, gli emigrati 1.256, saldo più 139. Si è passati da 60.374 a, come detto, 59.978 residenti, di cui 28.897 maschi e 31.081 femmine. Pochi abitanti, ma in proporzione, osserva il documento di programmazione, situazioni diffuse di disagio e povertà; al 31 agosto 2022 erano 1.030 i nuclei familiari con reddito di cittadinanza. Si ricorda - osserva il documento di programmazione Dup - «che i legami familiari, che nel nostro welfare hanno rappresentato per anni il principale ammortizzatore sociale, si indeboliscono e risultano sempre più elevati il numero di famiglie monogenitoriali e unipersonali che si rivolgono ai servizi sociali». E ancora: «In parallelo alla crescita della povertà assoluta cresce anche la povertà alimentare. Non solo, la popolazione invecchia e crescono cronicità e non autosufficienza. Si avverte il bisogno di sempre maggiori servizi di tutela e di supporto anche all’interno dell’ambito familiare, al fine di procrastinare o evitare il ricovero in strutture residenziali. Non di minore entità si osserva sono i problemi delle fasce di età più giovani, esposte più di altri agli effetti negativi di contesti familiari fragili. Anche la domanda di servizi da parte dei disabili e portatori di handicap è in continua crescita. Il bisogno di aiuto delle famiglie per le spese di abitazione è in continua crescita e i fenomeni di povertà abitativa, aggravati dall’impatto della pandemia, sono stati resi ancor più critici ed evidenti con lo sblocco dell’esecuzione degli sfratti per morosità. Il patrimonio residenziale pubblico è in grado di dare soluzioni molto limitate rispetto alla domanda. Gli strumenti a disposizione del Comune cercano comunque di dare risposte sia nella fase fisiologica del rapporto, come il contributo ad integrazione del canone di locazione, che nella fase patologica, come i contributi per l’emergenza abitativa e i contributi per la prevenzione dell’esecutività degli sfratti per la morosità incolpevole». Si aggiunge: «Si ricorda che per i beneficiari del Reddito di cittadinanza vengono attivati dal servizio sociale professionale i percorsi di inclusione socio-lavorativa denominati work experience, sono ispirati dalla logica di promuovere, tramite progetti personalizzati, l’attivazione e l’inclusione sociale e lavorativa di soggetti con limitate risorse personali. Attraverso l’acquisizione o il rafforzamento di abilità lavorative per favorire l’accesso e-o il reinserimento nel mondo del lavoro. Le associazioni del terzo settore presenti sul territorio sono state coinvolte attraverso gare di co-programmazione e co-progettazione per favorire attività di socializzazione, aggregazione e specifici progetti di interesse generale condivisi dal settore sociale».
Ecco, aggiungiamo noi, il problema dei problemi da risolvere: attivare in fretta politiche per favorire la natalità da un lato, rafforzare decisamente i servizi sociali con fondi straordinari. I tesoretti legati alle sentenze favorevoli del marmo e la destinazione del canone di concessione deve essere sì per favorire lo sviluppo, ma anche per evitare disagi e povertà, e, soprattutto, a mettere al mondo più figli. Sennò, addio Carrara.l
M.B.
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