Gettano sassi e limoni dal cavalcavia, i tre lanciatori escono dal carcere
Ai giovani sono stati concessi arresti domiciliari e braccialetto elettronico
LUNIGIANA. Sassi dal cavalcavia: dopo quattro giorni di carcere il diciottenne arcolano Alessio Melani, il ventenne santostefanese Alessio Leoni, e l’altro ventenne di Castelnuovo Lorenzo Pratesi, tutti accusati di tentato omicidio e difesi rispettivamente dagli avvocati Maurizio Giannarelli, Alberto Antognetti e Claudio Zadra, hanno abbandonato Villa Andreino, e sono sottoposti al regime meno afflittivo degli arresti domiciliari con obbligo di indossare il braccialetto elettronico.
Questa la decisione del giudice Fabrizio Garofalo al termine dell’interrogatorio di garanzia avvenuto ieri al tribunale della Spezia. «Si ritiene che la misura carceraria richiesta dal pubblico ministero – ha scritto Garofalo nell’ordinanza – sia comunque eccessiva, tenuto conto della giovanissima età e dell’incensuratezza degli indagati, a fronte delle quali l’ingresso in una struttura carceraria, e quindi i contatti con altri detenuti, potrebbero pregiudicare un successivo, in caso di condanna, percorso rieducativo al di fuori delle mura di un carcere. Si ritiene allo stato misura adeguata al soddisfacimento delle esigenze cautelari – ha scritto ancora il giudice – quella degli arresti domiciliari presso l’abitazione di residenza, con applicazione del braccialetto elettronico».
E intanto sono parole choc quelle di uno degli studenti vittima del lanco dei sassi. «Quei tre ragazzi risponderanno alla loro coscienza e in aula quando saranno processati. Io e il mio amico che viaggiamo in autostrada per rientrare alla Spezia da Aulla dopo la partita di calcetto, poi un colpo tremendo dal nulla. Il parabrezza che va in frantumi. Noi ricoperti di frammenti di vetro anche negli occhi, fortunatamente senza conseguenze, ma con un’ansia tremenda. E poi la scoperta che ci avevano tirato dei sassi, agghiacciante». Il giovane, insieme al suo coetaneo ed amico (entrambi sono rappresentati dall’avvocato spezzino Davide Bonanni) viaggiava sulla Fiat Panda colpita dai sassi lanciati da un viadotto ad opera di tre ragazzi arrestati poi la sera dopo. A coglierli sul fatto, nello stesso posto, un blitz degli agenti di polizia stradale di Pontremoli e quelli della polizia municipale di Santo Stefano.
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