Il Tirreno

La politica

Pd, a Massa-Carrara il partito è spaccato sul fare o non fare le primarie

di Ivan Zambelli
Il segretario comunale del Pd Enzo Ricci
Il segretario comunale del Pd Enzo Ricci

La segreteria dice sì, ma una corrente interna si oppone. Contraria Azione: basta carnevale, i dem facciano sintesi

18 febbraio 2023
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MASSA. E alla fine Pd virò sulle primarie. O almeno la segreteria, più alcuna correnti interne. Di diverso avviso invece un’ala del partito, che nelle stesse ore contestava questa decisione. Non c’è ancora nulla di certo, perché la proposta ora passa al tavolo del centrosinistra, che poi deciderà se accoglierla o meno. Ma anche qui, lungi dall’essere univoco, il quadro è spaccato: Azione si dice già contraria, mentre Articolo 1 è scettica su questa ipotesi che «anziché unire rischia di dividere». A favore, invece, oltre che una parte dei Dem, i Repubblicani ed Europa Verde. Più articolate le posizioni di Sinistra Italiana, Italia Viva, Movimento Giovanile della Sinistra, Sinistra Civica Ecologista, mentre sullo sfondo restano i due principali candidati civici Fabio Evangelisti e Cesare Maria Ragaglini. Dipenderà poi dalle modalità e regole con cui verranno fatte le primarie, compreso chi vorrà partecipare. Ma andiamo con ordine. Giovedì sera la segreteria comunale del Pd ha optato per questa soluzione, perché come motiva il segretario Enzo Ricci «questa può essere una soluzione per armonizzare il quadro». Quadro alquanto complesso, non può che riconoscere il segretario, «poi starà al tavolo di coalizione decidere se questa strada è condivisibile».

Si tratterebbe di primarie di coalizione, e non di partito che avrebbero delle date ben precise, e che anzi sarebbero scadute – in caso di elezioni in primavera il termine ultimo è il 30 gennaio – L’importante, ritiene Ricci e con lui altri, «è uscire da questa situazione», ovvero l’impasse che si è creato in generale in tutta la coalizione: più nomi in campo, diversi civici, chi inizia a pensare se non sia il caso di andare da soli. Anche nel partito i nomi sono almeno due – lo stesso Ricci e il capogruppo Gabriele Carioli –, «e allora proprio per queste varie figure in campo occorre trovare una sintesi», che ad oggi sarebbero le primarie. La scelta spetterà poi al tavolo del centrosinistra, convocato per lunedì, dove i Dem presenteranno questa opzione. Modalità, date, e in generale “regole” delle primarie verranno decise dalla coalizione. Ma se dopo mesi almeno la segreteria è riuscita a sciogliere questo nodo, non tutti nel partito la pensano così. In una lettera, con una quindicina di firme tra cui la presidente del Pd Giovanna Santi e il vice segretario Giovanni Ricci, gli esponenti dicono che «le primarie sono una cosa seria, che prevedono tempi e modalità per essere credibili agli occhi degli elettori: nella situazione attuale non vi è nessuna di queste condizioni», dicono ricordando la data massima del 30 gennaio. «Le primarie di coalizione si propongono quando la stessa è in stallo su due o più candidati col medesimo gradimento, e non di certo in situazioni conflittuali»; perché altrimenti, il rischio è che l’eventuale decisione non venga rispettata, finendo per dividere anziché unire. «Fatte oggi, le primarie sarebbero un fallimento che non aiuterebbe la corsa alle elezioni, anzi la renderebbe più debole ed incerta», facendo vincere ancora la Destra. Piuttosto, il suggerimento che trapela dalla lettera è che «sia chi riveste ruoli al vertice del partito – cioè il segretario Ricci – ad indicare un nome o a mettersi a disposizione. Non possono e non dovranno esistere “non disponibilità” rispetto ad una richiesta di candidatura». Non ancora formalmente ufficializzata, l’ipotesi primarie divide –nuovamente – il Pd. Molti alleati stanno invece aspettando il tavolo di lunedì, perché appunto tutto dipenderà dalle modalità. Certo è che il tempo è agli sgoccioli. La data del voto non c’è, ma dovrebbe essere maggio. Le “lancette” però si spostano indietro di ancora un mese, perché massimo 30 giorni prima del voto gli eventuali candidati devono depositare liste e programmi. Ecco che allora i tempi sono davvero strettissimi. L’unica formazione politica che invece ha già le idee chiare è Azione, che al contrario pressa il Pd affinché faccia la propria mossa: «Le primarie – commenta Alfredo Camera, segretario comunale – sono uno strumento utile e democratico se messe in campo nei tempi e nei modi giusti. Oggi verrebbero viste solo come un tentativo fuori tempo e disperato, per trovare una sintesi tra correnti interne allo stesso partito che tirano in ballo la coalizione per sbrogliare le proprie dinamiche interne. Il Pd – conclude Azione – se vuole faccia sintesi, trovi una candidatura credibile e rinunci a questo carnevale».
 

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