Il Tirreno

La vicenda

«La Croce Bianca non muoia», l'appello di volontario e dipendente

«La Croce Bianca non muoia», l'appello di volontario e dipendente

Oggi un incontro in Prefettura e il consigliere Cofrancesco chiede una riunione della commissione sociale sul caso della associazione di volontariato

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Massa C’è chi dice no: forse il destino della Croce Bianca di Massa è davvero ormai segnato come i conti sembrano dimostrare, ma c’è chi ritiene che la morte di un’associazione di volontariato con oltre 100 anni di vita non debba passare nel silenzio totale, nell’indifferenza. Così, ieri pomeriggio, domenica 24 luglio, Enrico Ricci, dipendente della Croce Bianca e Domenico Piedimonte, volontario, sono andati a Marina di Massa – dove si teneva lo spettacolo delle Frecce Tricolori – chiedendo di poter incontrare il presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti. «Abbiamo parlato telefonicamente con il consigliere comunale Antonio Cofrancesco», racconta Ricci al Tirreno, «che ha fatto da intermediario per l’incontro con Lorenzetti, il quale ha assicurato che ci riceverà. Oggi (lunedì 25 luglio), inoltre, ci riceverà il Prefetto. Grazie al fatto che ci siamo mossi altri dipendenti della Croce Bianca si sono avvicinati». Ricci e Piedimonte non ci stanno a che tutto finisca così, Croce Bianca cancellata e ceneri raccolte dalla nuova Croce Verde di Montignoso, rimasta dormiente fin qui in un atto di costituzione pre covid. «La partita del licenziamenti», è la voce di dipendente e volontario, «si può risolvere in parte con la vendita delle sede». Il licenziamento collettivo, al quale seguirà la firma degli accordi individuali con i singoli dipendenti, è alle porte: «Io non firmerò niente», è la posizione di Ricci.

«Ho già inviato una email alla presidente della commissione sociale del consiglio comunale di Massa», spiega Cofrancesco, «per portare la situazione in commissione “Sociale e sanità” convocando i dirigenti e il direttivo della Croce Bianca per capire cosa possiamo fare. Si tratta di una associazione storica: non capisco davvero quali siano i problemi a salvarla». Cofrancesco parla chiaro: «Non possiamo perderla. Non si può andare avanti in questo modo». Ricci ringrazia anche «il Questore di Massa al quale le forze di polizia presenti ieri a Marina di Massa hanno girato la notizia della nostra presenza e le nostre richieste e che si è operato per l’appuntamento con il Prefetto».

La crisi della Croce Bianca è stata affidata – da Anpas regionale – a un terzetto di professionisti esperti di Terzo settore: Luigi Remaschi (diventato presidente della Croce Verde di Montignoso) l’avvocato Alessio Arinci, il presidente della Croce Bianca, Marco Lo Cicero. La Croce Verde di Montignoso ha preso in affitto i locali della Croce Bianca e Anpas ha passato alla nuova associazione i mezzi che erano di quella che si sta liquidando. Già pronta a ottenere tutte le autorizzazioni necessarie di ambito regionale e sanitario per far risuonare le prime sirene targate Croce Verde di Montignoso a partire da settembre, come ha dichiarato Remaschi al Tirreno.

In tutto questo quadro – in una situazione della associazione di volontariato la cui nascita risale al 1898 – e con una situazione della Croce Bianca già nota almeno dal 2017, con tanto di rateizzazione decennale ottenuta per il debito con Inps, il silenzio della politica e delle forze sociali della città fa davvero un brutto rumore. Adesso qualcosa sembra muoversi, per iniziativa di Ricci e Piedimonte, almeno sul fronte dell’attenzione che una vicenda come questa merita di avere. Anche se il destino della associazione sembra segnato e definito con tanto di dodici licenziamenti per altrettanti posti di lavoro che Massa va a perdere, pur potendo contare sugli ammortizzatori sociali.
 

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