Il Tirreno

Da Genova a Carrara, a novembre apre l’Archivio Costantini

Paolo Cucurnia
Una panoramica di Carrara tratta dall’edizione del 12 marzo 1887 del  “The Graphic Magazine”
Una panoramica di Carrara tratta dall’edizione del 12 marzo 1887 del “The Graphic Magazine”

L’evento nei pressi della Porta del Bozzo in centro storico 

05 ottobre 2019
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CARRARA. Nipote della poetessa, grande attrice di teatro Rina Centa e, come lei, abitante fra Genova e Marina di Carrara, Piero Zucchinetti mi presentò, anni fa, una ragazza carina e sorridente, Anna: sua moglie. Nel corso degli anni, nelle frequenti chiacchierate a ricordare la nostra gioventù fra vele e regate, quella bella figurina, pazientemente, assisteva ai nostri racconti in disparte, come a non voler togliere qualcosa ai nostri giovanili trascorsi. Qualche mese fa, Piero mi parlò di un certo archivio Genovese, appartenente al suocero scomparso nel 2013, che avrebbe voluto trasferire a Carrara. Lì per lì non inquadrai il caso, ma una domenica, attraversando la Porta del Bozzo incontrai la coppia. “Vieni” mi disse Anna: “Ti mostriamo la sala che abbiamo acquistato per le cose di mio padre, è ancora tutto in subbuglio” ed aprì una porta lì accanto che immetteva direttamente nella stanza d’archivio. Prese la foto di un quadro e scoprii subito l’Autore: “Ma questo è il pittore Flavio Costantini che illustrò un’agenda Olivetti nell’82, faceva parte della scuderia di Giorgio Soavi ed insieme, senza conoscerci, componemmo, fra gli altri, io con una poesi e lui con una lettera, una pagina per un libro da regalare Soavi in occasione del suo ottantesimo compleanno!” esclamai. “Già, Costantini era mio padre”, rispose Anna. . “Ma qui ci sono cose preziose, questa è la camera di un tesoro, come mai lo avete trasferito a Carrara?”: chiesi.

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“Perché mio padre era un cultore dell’anarchia ed in questo luogo, idealmente, può “rivivere” nelle stesse strade di Alberto Meschi, il leggendario sindacalista dei cavatori il quale ispirò molti dei suoi quadri. Certo a Genova non l’hanno presa bene, ma crediamo che la giusta collocazione delle sue memorie, sia qui a Carrara” concluse Anna; intanto Piero mi aprì, sotto gli occhi, un vecchio raccoglitore della introvabile, estinta nel 1932, rivista settimanale inglese: “The Graphic Magazine”. Redatta e illustrata, a partire dal 1869, dai vari reporters dell’epoca, nello stile del “Taccuino di viagglo”.

Nell’edizione del 12 marzo 1887 figurano quattro pagine dedicate a Carrara, redatte e illustrate da George Lambert. La prima pagina si apre con una panoramica di Carrara, le successive parlano del lavoro alle cave e dello stile di vita che si svolgeva in Città e nelle zone circostanti in quel periodo di fine ottocento. Viene descritta e illustrata la “varata” di marmo provocata dall’esplosione della mina, la lavorazione del blocco attraverso il trattamento degli scalpellini, la lizzatura, il trasporto a valle coi carri trainati da buoi, la ferratura degli stessi. La segagione, a mano, del blocco di marmo e la sua caricazione nella stiva del navicello ormeggiato al pontile della marina. Nella incisione che illustra un gruppo di cavatori si scorge un’aria che li fa piuttusto assomigliare a dei “bravi” di manzoniana memoria piuttosto che a lavoratori colti in un momento di quiete. Originali ed impressionante è la descrizione dei frequenti duelli “rusticani”. Si racconta che erano causati da alterchi che avvenivano per lo più nelle osterie nelle giornate di pausa dal lavoro. Le liti, poi, venivano regolate dal duello all’arma bianca. L’accoltellato, se non era deceduto, veniva rattoppato nell’osteria più vicina, mentre l’accoltellatore si dava alla latitanza negli anfratti delle cave. Nell’arco di tre o quattro giorni, quando la presa della “forza pubblica” si era allentata, rientrava in famiglia, stando attento più alla faida della parte opposta che alla giustizia della legge.

L’archivio Costantini, verrà aperto ai primi di novembre con una sbicchierata fra amici, nella sede nei pressi della Porta del Bozzo, nel centro storico di Carrara. Sarà, in seguito, consultabile gratuitamente e, non avendo un fisso presidio, attraverso accordi da prendere con i responsabili designati—

Paolo Cucurnia
 

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