Il Tirreno

«Il mio furgone sabotato»: paura per Sandro Manfredi

di Cinzia Chiappini
«Il mio furgone sabotato»: paura per Sandro Manfredi

Il membro di Assemblea Permanente vittima di un incidente sospetto. Il suo mezzo perde una ruota: per il meccanico non sarebbe un guasto casuale

11 marzo 2018
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CARRARA. Tanta tantissima paura e il sospetto, forte, di essere vittima di un’azione di sabotaggio per il suo impegno con Assemblea Permanente. Sandro Manfredi, ex presidiante del gruppo carrarese, sintetizza così la brutta vicenda di cui è stato protagonista e che è sfociata in una denuncia contro ignoti alle forze dell’ordine. I fatti risalgono a lunedì scorso quando, nel pomeriggio, i Manfredi sale sul suo pick up per dirigersi a Massa. A mezz’ora dalla partenza, quando sta percorrendo la Statale Aurelia, avverte uno strano cigolio e, qualche istante dopo, il mezzo perde la ruota sinistra anteriore: «Sono stato fortunato, perché il mio pick up è robusto, perché la gomma ha attraversato la carreggiata senza impattare nessuno e perché i pedoni che camminavano sul marciapiede, impauriti dal rumore della carrozzeria sull’asfalto, si sono girati, hanno visto la ruota arrivare e l’hanno potuta schivare» riferisce Manfredi. Ancora sotto choc per lo scampato pericolo, con l’auto in mezzo all’Aurelia bloccata su tre ruote, il carrarese chiama il suo meccanico di fiducia per rimuovere il mezzo. Inizialmente Manfredi pensa a un guasto. Solo più tardi, a freddo, inizia a dubitare della dinamica: nella testa dell’attivista di Assemblea Permanente si fa strada l’ipotesi, o forse sarebbe meglio dire la paura, che si sia trattato di un atto di sabotaggio e così chiede al suo meccanico un parere, nero su bianco: «Secondo il tecnico i 6 bulloni della ruota erano sì al loro posto ma mancavano i dadi che li dovrebbero stringere. La ruota stava su, i bulloni c’erano ma non erano fissati e stretti con i dadi. Di 6 ne mancavano 5. L’unico fissato si è spezzato. Ed è impensabile che si stacchino 5 dadi contemporaneamente in modo casuale» riferisce Manfredi.

Con il parere del meccanico messo per iscritto, Manfredi si è rivolto ai Carabinieri per sporgere denuncia contro ignoti: «Quando ho preso l’auto lunedì era parcheggiata in via del Plebiscito. Probabilmente chi ha compiuto questo gesto pensa di non aver lasciato tracce ma non è detto che sia proprio così...» dichiara l’ex presidiante che sui possibili autori dell’eventuale sabotaggio afferma: «Non posso dire con certezza chi sia stato ma io mi sono esposto più volte, ad esempio sulla vicenda delle cave del Sagro, segnalando quelle che a mio parere sono irregolarità manifeste ed evidenti. Di qui il timore e il dubbio che ci possa essere un legame tra le mie segnalazioni e quello che è successo». Convinto di essere vittima di un sabotaggio Manfredi conclude: «Quello che mi fa paura è il silenzio di questa città. I più fanno finta che non ci siano infiltrazioni tali da condizionare anche la vita politica. Io interpreto questo sabotaggio come un atto criminale con una connotazione che fa pensare ai metodi mafiosi. Ricordo solo che un anno e mezzo fa come Assemblea Permanente abbiamo chiesto al Prefetto il commissariamento del Comune per mafia. Quindi queste cose non le dico da adesso solo perché mi toccano in prima persona». Manfredi ha sporto denuncia ai Carabinieri manifestando loro i suoi timori per il presunto sabotaggio.

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