Il Tirreno

Muore a 45 anni per un malore infermiere padre di tre figli

Roberto Angelotti
Roberto Angelotti

Lavorava al Pronto Soccorso, si era sentito male a fine turno e si era fatto un elettrocardiogramma: a casa si è messo a letto, la mattina la moglie lo ha trovato morto

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MASSA. È morto per un malore a 45 anni. Se ne è andato in poche ore Roberto Angelotti, infermiere padre di tre figli. La moglie lo ha trovato a letto ieri mattina, lei aveva appena portato i tre bambini a scuola. Era tornata a casa per fargli un saluto, per accertarsi che stesse bene: il suo cuore aveva smesso di battere.

I soccorsi sono stati inutili. Per il marito non c’era più nulla da fare. All’inizio della settimana, presso l’ospedale di Pisa, verrà effettuata l’autopsia su quello che, ad oggi, sembra un decesso difficile da spiegare. Soprattutto per la famiglia e gli amici. Roberto non si sentiva bene. E così, giovedì finito il turno di lavoro, come infermiere al Pronto Soccorso di Massa, ha deciso di farsi fare un elettrocardiogramma. Non sono state riscontrate anomalie e così Roberto Angelotti, 45 anni, sposato e padre di tre figli, è tornato a casa e si è messo a letto. La moglie, infermiera anche lei all’ospedale di Massa, ha notato un po’ di stanchezza: sembrava reduce da una giornata di lavoro più pesante delle altre. Nessuna altro segnale di allarme, il marito Roberto era sembrato solo meno in forma del solito. Nulla di più preoccupante.

E così quando la mattina la moglie si è alzata per andare a portare a scuola i figli e lo ha lasciato dormire ancora un po’. Quando è tornata a casa è salita a vedere come stava: ha trovato il marito ancora a letto ormai privo di vita. Roberto Angelotti aveva compiuto 45 anni il 18 maggio scorso. Nella sua pagina Facebook i messaggi di addio si sono aggiunti a quelli di auguri per il compleanno appena compiuto.

E sono davvero tanti i messaggi di dolore. Scrive Laura: «Che si può dire di te padre speciale,un marito fantastico, un amico unico unico avevi sempre un sorriso per tutti con il tuo "e va bè,oh fanti" quanto ci facevi ridere in tirocinio. Ti sei dato agli altri sempre sempre, questo è il ricordo più bello non ti stancavi mai te e le tue barzellette. Come faranno gli amici, i fratelli del Pronto soccorso. Non ci sei più e fa male. Fa male a chi resta sarà dura. Ciao Roberto».

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