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Lucchese, ora la squadra è sola: punti in meno e trasferte a rischio

Lucchese, ora la squadra è sola: punti in meno e trasferte a rischio

Il dg Veli: «Sono rimasto anche per cercare di trovare un acquirente»

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LUCCA. Ingiuriato, deriso, villipeso, crocefisso via Social da tifosi che guardavano il dito anziché la luna, intenti a salire sul carro di una proprietà osannata che per 18 mesi ha raccontato di una “squadra da vertice” quando, numeri alla mano, si trattava di una formazione inferiore ad almeno una decina di formazioni. Oggi tutti si aggrappano all’ultimo argine e baluardo della cronaca di una morte annunciata: il tecnico Giorgio Gorgone. Quanti bocconi amari ha dovuto ingoiare questo allenatore, rimasto da solo con un ds alla prima esperienza come Claudio Ferrarese (che gli è stato sempre vicino) e un manipolo di calciatori a cui era stata data una responsabilità troppo più grande rispetto alle loro effettive qualità calcistiche? Talmente attaccato al denaro – come più di uno dei suoi tanti denigratori sosteneva invitandolo a dimettersi – da essere disposto a ridursi gli emolumenti pur di evitare la penalizzazione. Alla fine però la verità, che da fine estate Il Tirreno e altri organi d’informazione andavano sostenendo, è emersa in tutta la sua drammaticità e, a bocce ferme, il rischio del quarto crac in 17 anni (record italiano) è davvero a un passo. A meno che non intervenga “la provvidenza”.

Quel che resta del club

Dimissioni irrevocabili da ogni carica del presidente della Lucchese, quelle del pio avvocato Giuseppe Longo, 54 anni, legale inserito negli ambienti della Curia partenopea, che in una nota sostiene di aver agito «anche dall’ostilità cittadina e della tifoseria (gli striscioni sono stati apposti in curva lunedì sera e quindi almeno 72 ore dopo il suo addio avvenuto venerdì, ndr). La Lucchese ha bisogno di un presidente che sia presente quotidianamente e che risolva sul posto le problematiche che si verificano sistematicamente e quella persona non posso essere io che ho altri impegni professionali. Oggi è necessario uno sforzo collettivo da parte di tutta la città comprese le istituzioni pubbliche per trovare una soluzione». E i nuovi padroni della “Sanbabila srl” – il socio di maggioranza è il commercialista Stefano Sampietro di Roma – cosa fanno? Sono stati contattati inutilmente da Gorgone e dal dg Veli. Nessuna risposta dagli studi associati romani di SLT (tantomeno da Longo) e mancati pagamenti di stipendi e contributi con quattro punti di penalizzazione sicuri a cui potrebbero aggiungersene altri due a fine mese. Dal 14 gennaio ad oggi questi “proprietari” non hanno versato un euro. E sono rimaste insolute bollette della luce e del gas. Una vicenda fotocopia di quella venutasi a creare nel 2019 quando la squadra venne penalizzata di 23 punti e si salvò sul campo salvo poi fallire a fine stagione. Cinque anni dopo il processo di primo grado per il terzo crac nella storia della Lucchese (a giudizio a vario titolo Arnaldo Moriconi, Carlo Bini, Aldo Castelli e Umberto Ottaviani) deve ancora concludersi.

A gonfie...Veli

Usciti di scena Giuseppe Vitaglione, Pasquale Matarese e Luca Nember – la domanda sorge spontanea: hanno depositato o meno i loro contratti in Lega? – sono rimasti Umberto Bruno e il direttore generale Riccardo Veli, oggi il più alto in grado nel club. Sommessamente gli chiediamo perché non si è dimesso: «Per senso di responsabilità. Da questa situazione se ne esce trovando un acquirente serio e credibile e mi sto attivando anche in quella direzione». Ma non era l’avvocato Veli che in conferenza stampa sosteneva che Giuseppe Vitaglione non era la stessa persona coinvolta nell’inchiesta sulle mascherine Covid che ha portato alla condanna in primo grado dell’ex Presidente delle Camera, Irene Pivetti? «Me lo dice lei, io non lo sapevo e ai cronisti ho semplicemente risposto che poteva essere un’omonimia. Io Vitaglione l’ho conosciuto con un altro nome: Giuseppe De Luca». I dubbi restano, ma il dg precisa: «Sono stato contattato da un procuratore di cui non ritengo giusto svelare l’identità. Mi ha parlato di un progetto serio a Lucca e mi sono precipitato. Premetto che ho depositato un contratto a partita Iva non coperto dalla fideiussione e ci ho rimesso, sinora, 1500 euro. In questo periodo sono stato vicino alla squadra e al mister e trovo ingiusto vedermi associato ad altri nomi esposti in Curva. Alla nuova proprietà ho indicato il modo di rateizzare l’Inps di novembre e dicembre e l’Irpef federale con un risparmio di 140mila euro. Purtroppo non ho ricevuto risposta». Una ragione in più per lasciare il campo: «La mia etica me lo vieta: sto lavorando per salvare il club, ma in questo momento abbiamo bisogno di un aiuto o da parte di Andrea Bulgarella (la fideiussione depositata andava sostituita il 31 gennaio) oppure dal Comune. Da notizie il debito ammonta a un milione e 650 euro (a nostro giudizio supera i 3 milioni, ndr) e per la mancata due diligence non sono stati fatti tutti i passaggi. Sto lavorando per cercare di traghettare la Lucchese in mani sicure, ma serve tempo e un aiuto immediato». 


 

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