Morto in Garfagnana, gli ultimi attimi di vita di Filippo Landini prima della caduta nel vuoto sotto gli occhi della compagna
Aveva 62 anni ed era originario di Firenze: la tragedia durante l’escursione sul monte Grondilice
MINUCCIANO. Una passione per la montagna, coltivata con amore e rispetto. Un’escursione come tante, una domenica d’inizio estate, si è trasformata in tragedia per Filippo Landini, 62 anni, originario di Firenze. Intorno alle 13 di domenica 29 giugno, l’uomo è precipitato per circa 30 metri lungo il sentiero 186, sul monte Grondilice, poco sopra il rifugio “Orto di Donna”, nel cuore delle Alpi Apuane. Filippo stava camminando insieme a una donna, che ha assistito impotente alla scena. Una scivolata improvvisa, un volo che non ha lasciato scampo. Quando l’elisoccorso Pegaso è arrivato sul posto, i sanitari si sono calati con il verricello per tentare ogni possibile soccorso, ma non c’è stato nulla da fare: il decesso è stato constatato sul posto. Il corpo è stato recuperato dal Soccorso Alpino e trasportato all’obitorio dell’ospedale Campo di Marte di Lucca. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche i carabinieri di Castelnuovo di Garfagnana, per ricostruire l’esatta dinamica della tragedia. Ma dietro le poche, scarne righe di cronaca, c’è molto di più.
Una vita tra l’acqua, l’ingegneria e l'amore per l'ambiente
Filippo Landini era conosciuto nel settore dell’ingegneria e dei servizi pubblici. Aveva lavorato per realtà importanti come PubliAcqua e Consiag, e più recentemente collaborava con una società di ingegneria. Colleghi e amici lo ricordano come una persona seria, affidabile, competente, ma anche curiosa e appassionata. Un uomo che sapeva unire rigore tecnico e sensibilità umana, qualità che lo avevano reso stimato in ogni ambiente che aveva frequentato. Era padre di due figli, ai quali era profondamente legato. Originario di Firenze, aveva scelto spesso di ritagliarsi spazi di libertà e respiro nella natura, trovando nella montagna una fonte di equilibrio e ispirazione. Non era un alpinista estremo, ma un escursionista esperto e consapevole, abituato ai sentieri e ai silenzi delle Apuane. Quella che doveva essere una giornata serena all’aria aperta si è trasformata nel momento più drammatico. La compagna, sotto choc, è stata accompagnata via dal luogo dell’incidente.
Il dolore e il vuoto
La notizia della sua morte ha lasciato sgomenta la comunità professionale e le persone che lo conoscevano. «Una persona perbene, attenta, mai sopra le righe», racconta chi ha lavorato con lui. Un uomo che sapeva ascoltare, che si prendeva cura dei dettagli. Un padre, un compagno, un amico. Ora resta il dolore per un’assenza improvvisa e inspiegabile, e il vuoto lasciato da un uomo che ha camminato a lungo sulla linea sottile tra la tecnica e la bellezza. Fino all’ultimo passo.