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Impianto a Salanetti, RetiAmbiente: “Si possono abbattere i Pfas”


	Il presidente di RetiAmbiente, Daniele Fortini
Il presidente di RetiAmbiente, Daniele Fortini

Il presidente Fortini: “Il trattamento dei prodotti assorbenti può degradare le sostanze chimiche”

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LUNATA. “Si possono riciclare i prodotti assorbenti e contemporaneamente abbattere i PFAS, laddove inizialmente presenti, evitando la dispersione delle molecole di PFAS nell’ambiente: è questo un risultato importante che emerge da una ricerca scientifica condotta dall’Università di Salerno, e che i-Foria – azienda produttrice della tecnologia dell’impianto di riciclo dei prodotti assorbenti previsto a Salanetti – ha messo a disposizione di RetiAmbiente”.

Lo afferma  Daniele Fortini, presidente di RetiAmbiente. Dalla conferenza dei servizi è emersa la necessità di approfondire anche gli aspetti relativi ai PFAS, ed è  stato fornito uno studio scientifico in merito. Aggiunge Fortini: “La ricerca, condotta dall’Università, istituzione di ricerca scientifica per eccellenza in Italia, è stata commissionata da i-Foria e messa a disposizione nella documentazione fornita a RetiAmbiente. È naturale che sia il detentore della tecnologia a guidare e monitorare i progressi dell’innovazione, e nell’economia circolare la ricerca continua rappresenta un valore imprescindibile. Ricordiamo che l’esperienza sulla tecnologia di riciclo dei prodotti assorbenti per la persona ha radici industriali consolidate, sviluppate inizialmente in Fater e oggi evolute in i-Foria, con le relative competenze scientifiche maturate anche in sede accademica. Fare impresa e innovazione tecnologica è non solo legittimo, ma necessario per costruire un’economia più sostenibile. E’ importrante, infatti, sapere che lo studio mette in luce come il ciclo di trattamento previsto all’interno dell’impianto per la sterilizzazione e sanificazione abbia il potenziale di abbattere eventuali tracce di PFAS, laddove essi possano essere presenti nei pannolini. Grazie a specifiche condizioni operative, le molecole di PFAS possono essere degradate, abbattendo così il rischio di dispersione nell’ambiente. Si tratta di risultati significativi, che certamente rassicurano. Occorre tener presente, che nella relazione consegnata dall’ex presidente del consiglio Mario Draghi alla Commissaria Europea von del Lyen, è sottolineato il rischio di demonizzare i PFAS che invece costituiscono una frontiera dell’innovazione nel campo delle tecnologie europee. Ciò non toglie che ci si debba giustamente preoccupare degli impatti sull’ambiente per lo smaltimento di quelle matrici, ed è ciò di cui di stiamo occupando. Quando parliamo di riciclo, ovvero il concetto opposto a incenerimento e sotterramento. La Regione Umbria ha già autorizzato un impianto analogo, e la stessa cosa sta accadendo in Veneto e altre regioni italiane. L’Europa e l’Italia stanno finalmente scommettendo su riuso, riciclo e sull’economia circolare, e noi vogliamo realizzare un polo impiantistico per prodotti assorbenti e per il tessile in grado di garantire un futuro migliore alle nuove generazioni, lasciando loro un Pianeta più pulito”.

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