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L’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti: «Mi vergogno di essere italiano». Il motivo


	Da sinistra: Livio Crisci, fra Martino, il vescovo Giulietti, don Antony e don Angelo
Da sinistra: Livio Crisci, fra Martino, il vescovo Giulietti, don Antony e don Angelo

Polemica con la Farnesina che ha negato il visto ai genitori di un nuovo parroco

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LUCCA. «Oggi mi vergogno di essere italiano». L’arcivescovo Paolo Giulietti, appena rientrato da un viaggio in Terra Santa interrotto dall’attacco di Israele all’Iran, entra in polemica con la Farnesina, rea di aver negato i visti turistici ai genitori del diacono Antony Shehan, originario dello Sri Lanka, che domenica 15 giugno è stato ordinato parroco nella cattedrale di San Martino.

«Ti chiedo scusa, carissimo Anthony – ha detto Giulietti in conclusione della sua omelia – perché ai tuoi genitori è stato impedito di essere oggi qui con te, a rendere grazie a Dio per il dono del tuo sacerdozio. Anche a noi è stato impedito di dire loro il nostro grazie per un figlio che servirà una chiesa, e un popolo diversi dai suoi, lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia. Voglio dirti sinceramente, e lo scriverò, che oggi mi vergogno di essere italiano. Perché un grande Paese come il nostro, che è stato faro di civiltà e di umanesimo, si è mostrato prigioniero delle proprie paure. Fino al punto di negare un visto turistico a un papà e una mamma, che volevano partecipare all'ordinazione del figlio. Il Signore ci aiuti ad essere davvero una Chiesa capace di portare speranza a un mondo che evidentemente ha più paura che fiducia nel futuro». Il monsignore ha annunciato che invierà un messaggio al ministero degli esteri italiano e all’ambasciata italiana in Sri Lanka in merito a quanto accaduto.

Oltre a Shenan, sono stati ordinati preti della diocesi di Lucca anche Angelo Ferrera, originario di Gela in Sicilia e il religioso fra’ Martino Chiaramonte, originario della parrocchia lucchese di Sant’Anna. La messa presieduta dall’arcivescovo Giulietti e concelebrata da 80 sacerdoti si è tenuta nella cattedrale di San Martino, davanti a un migliaio di persone, per lo più provenienti dalle comunità parrocchiali “Garfagnana Ovest” e quella “Capannori Centro”, dove i due nuovi parroci erano diaconi.

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