La tragedia
Liste d'attesa, a Lucca diminuiscono i tempi per visite ed esami ma restano delle criticità. I dati
Cala la domanda e le performance migliorano. Nel 2025 nove cittadini su dieci hanno avuto l’esame nei tempi previsti dalla legge: visite ancora in ritardo
LUCCA. Liste d’attesa, la sfida è aperta. Dopo anni di promesse e ritardi, la sanità toscana tenta un colpo di reni: più prestazioni, meno attese. Nei giorni scorsi l’Asl ha annunciato un piano straordinario per il taglio delle liste d’attesa, uno degli annosi e irrisolti problemi della sanità pubblica. Un piano che si basa sostanzialmente sull’attività aggiuntiva del personale interno delle strutture sanitarie pubbliche e sull’esternalizzazione delle prestazioni nelle strutture convenzionate. In totale, la Regione ha messo sul piatto 29 milioni di euro. Solo per il periodo aprile-giugno, l’azienda ha affidato alle strutture private 3.500 prestazioni visite ed esami. Che sia questa la volta buona per riportare entro i termini di legge le attese dei cittadini? Potrebbe esserlo.
Esami
In attesa che il piano dispieghi i suoi effetti, le ultime rilevazioni dell’Asl mostrano miglioramenti incoraggianti, soprattutto sul fronte degli esami diagnostici: Tac, ecografie, risonanze, ecc. Come noto, i tempi dipendono dalla priorità indicata dal medico sulla prescrizione. Ripassiamoli: nell’Urgente il limite è di 72 ore, per la Breve 10 giorni, per la Differibile da 15 a 30 giorni per le visite, e da 30 a 60 per gli accertamenti diagnostici, per la Programmata il tetto è di 120 giorni. Attenzione: si parla di prima disponibilità, non di effettiva erogazione della prestazione. Questo significa che il centralinista del Cup può proporre l’appuntamento anche in un ambito che non è necessariamente quello di Lucca, ma ad esempio a Massa, Livorno o Pisa. Se il cittadino accetta, bene, in caso contrario l’Asl ha comunque fatto il suo.
Fatta questa doverosa premessa, torniamo alle rilevazioni di inizio 2025. Nella seconda parte del mese di febbraio, e ancora prima a gennaio, le rilevazioni dell’azienda sanitaria danno semaforo verde: il 91,4% delle 2.112 prestazioni prenotate ha avuto una prima disponibilità entro i tempi previsti, con una media di 15,91 giorni. A fine gennaio era andata anche meglio: il 97,4% delle 4.516 prestazioni ha rispettato i tempi di attesa (media: 17,18 giorni). Sono numeri importanti che non si vedevano da un po’ di anni. A gennaio 2024 la media era del 86,5% e a febbraio del 76,7%. Bene, dunque, ma alcune criticità restano. Gli esami in cui si registrano ancora ritardi sono l’eco color doppler cardiaca (43 giorni di media, con punte di 71), la spirometria, l’ecografia scrotale (87 di media, con punte di 202), l’esofagogastroduodenoscopia (49 di media , con punte di 89), la spirometria (61 di media, con punte di 84), Tac del capo (12) e del rachide.
Visite
Le cose vanno peggio nell’ambito delle visite specialistiche, dove il semaforo è giallo. Delle 1.810 prestazioni prenotate a fine febbraio, solo il 79,6% ha trovato risposta entro i tempi. A gennaio non era andata meglio: 74,8%. Semaforo rosso per le visite allergologica (media 83,26 giorni), angiologica (42), cardiologica (47), dermatologica (23), ematologica (93), fisiatrica (28), nefrologica (20), otorinolaringoiatrica (38). C’è da dire che, rispetto all’anno precedente, un passo avanti si nota: a gennaio 2024 la percentuale delle prestazioni erogate nei tempi era del 59,3% e a febbraio del 54,5%.
Cala la domanda
Per spiegare questi miglioramenti, c’è un altro dato da prendere in considerazione: la riduzione della domanda. Subito dopo la pandemia il tema salute è salito alla ribalta e nella popolazione si è manifestata una crescente richiesta di sanità, che si è tradotta in un aumento esponenziale della domanda di visite ed esami. Le aziende sanitarie, già in difficoltà su questo fronte, hanno faticato a rimanere al passo: pur aumentando il numero delle prestazioni, accumulavano ritardo. Per questo motivo, la Regione ha richiamato all’ordine i medici, creando apposite commissioni incaricate di vigilare sull’appropriatezza prescrittiva.
I risultati si stanno vedendo: a gennaio 2024 le visite erogate nella Piana furono 5.215, mentre a gennaio 2025 sono state 4.397 (-15,7%); gli esami diagnostici sono passati da 9.319 a 7.188 (-22,9%). Una tendenza che si è manifestata ancora più a febbraio: 10.748 esami nel 2024 e 4.943 nel 2025 (-54%); 5.052 visite nel 2024 e 3.933 nel 2025 (-22,15%). Si tratta di numeri importanti.
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