Il caso
Parapendio in tandem, passeggero si infortuna: pilota condannato a risarcirlo
Conto di 50mila euro per non aver informato il trasportato su rischi e regole
CAPANNORI. Un volo in tandem con il parapendio senza aver fornito un’informazione precisa al passeggero di 81 anni che, al momento del decollo, finì a terra rimediando una lesione alla testa tale da farlo trasferire al pronto soccorso. Quella mancata comunicazione preventiva è costata al pilota una condanna a risarcire il pensionato animato da spirito d’avventura con oltre 50mila euro.
Respinta la difesa del bipostista di parapendio che al giudice aveva argomentato a sua discolpa anche l’età avanzata di chi gli aveva fatto causa e che l’anziano aveva avuto precedenti esperienze. Sull’età la tesi è stata quasi un boomerang. Proprio perché aveva 81 anni la persona doveva essere ben informata su come muoversi da ospite del lancio concluso in ospedale. L’episodio risale al 19 ottobre 2018. Il luogo è l’area battezzata “Decollo Pizzorna” sulle colline nord del Capannorese. Il pensionato, del Trentino, era in vacanza in Lucchesìa con la famiglia e decise di provare l’ebbrezza del parapendio in tandem. Altre coppie avevano volato prima di lui. Quando è stato il suo turno qualcosa non ha funzionato.
Per il pensionato la causa andava imputata al pilota, residente a Lucca, che non gli disse cosa doveva fare come trasportato.
Opposta la versione del pilota secondo il quale il passeggero «avrebbe ignorato le prescrizioni cessando di correre e sedendosi sull’imbracatura in fase di decollo, causando così la caduta a terra».
Cadendo all’indietro l’impatto del pensionato con il terreno gli aveva provocato una lesione seria al rachide cervicale tra quarta e quinta vertebra e l’immediato trasferimento al pronto soccorso del San Luca.
Il giudice ha inquadrato a livello giuridico il contesto in cui è avvenuto l’incidente qualificando il parapendio come un attrezzo sportivo. E che il volo si svolge necessariamente con la collaborazione attiva del passeggero che è tenuto a rispettare “scrupolosamente” tutte le istruzioni impartitegli dal pilota responsabile. Quelle che per la sentenza non ci sono state. La legge di riferimento, riferendosi al pilota responsabile, recita: «Prima dell’inizio ed in ogni fase di volo è tenuto ad accertarsi delle proprie condizioni psico-fisiche, delle condizioni meteorologiche, dell’efficienza dell’apparecchio da diporto o sportivo e degli equipaggiamenti necessari per la tipologia di volo che intende effettuare, adottando, sulla base del proprio addestramento e di ogni altra circostanza di tempo e di luogo, tutte le misure idonee affinché il volo non pregiudichi la propria incolumità e quella dei terzi».
Nell’esame dei testimoni e nel racconto delle due parti in causa, il Tribunale è arrivato alla conclusione che «non è emerso che il convenuto (il pilota, ndr) abbia effettuato un briefing prevolo illustrando all’attore (passeggero, ndr) le operazioni da svolgere in fase di decollo e le cautele da adottare ovvero informando l’attore della necessità di collaborare, di prendere la ricorsa evitando di sedersi fino a quando il decollo non fosse terminato».
Dire poi come ha fatto il pilota che non poteva essere responsabile dell’incidente perché il passeggero aveva 81 anni per il giudice è anche peggio.
«Se è vero che il passeggero ha volontariamente scelto di effettuare un volo tandem in parapendio – si legge nella sentenza – è anche vero che se l’età costituiva un fattore di rischio così elevato, come vuole parte convenuta (pilota, ndr) , allora quest’ultima avrebbe dovuto declinare la richiesta di volo oppure assumere particolari cautele, data la posizione di garanzia che assume il pilota responsabile in virtù della normativa sopra richiamata». Cautele che non ci sono state e che sono all’origine del ko subìto dal pensionato da dover risarcire. l