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L’evento atteso

Lago di Vagli, non è detto che lo svuotamento avverrà nel 2024

di Luca Dini
Lago di Vagli, non è detto che lo svuotamento avverrà nel 2024

La situazione di crisi idrica getta ombre sul prossimo anno

08 giugno 2023
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VAGLI. Un’attesa infinita, lunga ormai quasi 20 anni e che ancora non ha una data ufficiale. Lo svuotamento del lago di Vagli e il riemergere dalle acque del paese sommerso di Fabbriche di Careggine è un argomento ricorrente tra la speranza di un avvenimento che ha risonanza mondiale e le concrete difficoltà che hanno portato oggi a diversi rinvii. L’ultimo è stato sancito a fine maggio da una determina dirigenziale della Regione Toscana che parla di rinvio dello svuotamento alla primavera del 2024.
Non è una ufficialità visto che questo rinvio si protrae ormai dal 2021, ma mentre a Vagli esultano speranzosi, ecco che si conferma l’ufficialità di un percorso che mostra comunque l’intenzione di ricreare quanto accaduto nel 1994. E farlo in occasione del trentennale avrebbe certamente un sapore speciale.
La notizia rischia di somigliare alla favola di Esopo nella quale il bambino pastore si diverte a dare falsi allarme sull’arrivo di un lupo che attacca il suo gregge. Lo dice purtroppo la storia del lago che dal 1994 non ha permesso di visitare il paese di Fabbriche, la sua chiesa di San Teodoro e il resto delle abitazioni che nel secondo dopo guerra furono abbandonate per permettere la creazione dell’invaso artificiale.

LE RAGIONI A FAVORE DELLO SVUOTAMENTO
Perché il lago di Vagli sarà svuotato nel 2024? Perché se ne parla ormai da tempo e la prima determina regionale che avvia ufficialmente il percorso delle operazioni di svaso risale al giugno del 2021.
Lo svuotamento garantirebbe alla Garfagnana un ritorno di immagine senza precedenti, un toccasana per tutta l’economia della zona, non solo per gli operatori turistici. Furono circa un milione i visitatori nell’ormai lontano 1994, quanti mai potrebbero essere oggi con l’esplosione di internet e l’avvento del mondo dei social? Già all’epoca arrivò gente dall’Australia e dal Giappone per visitare il paese fondato dai fabbri ferrai bresciani sulle rive del fiume Edron nel XIII secolo.
Inoltre, la richiesta di svuotamento arriva direttamente da Enel, che del bacino è proprietaria, che evidentemente ha anche necessità tecniche, seppur non più impellenti come in passato quando il lago veniva svuotato, fino appunto al ’94, ogni dieci anni.

LE RAGIONI CONTRARIE ALLO SVUOTAMENTO
Perché il lago di Vagli non sarà svuotato nemmeno nel 2024? Non è un caso che dalla determina del 2021 siano seguiti per ora solo rinvii. Il problema maggiore riguarda l’emergenza idrica che sta continuamente toccando il nostro paese e il bacino di Vagli diventa una risorsa fondamentale per tutta la regione Toscana con i suoi 43 milioni di metri cubi di acqua. Proprio il rinvio alla primavera 2024 viene giustificato con il prorogato stato di emergenza. E la siccità si era fatta sentire anche per il lago quando lo scorso ottobre le acque erano così basse da far riaffiorare alcune case sparse, lontane comunque dal paese di Fabbriche. Alla luce erano ritornati il vecchio mulino e la torretta dell’Enel attirando tanti curiosi.
Non è la sola preoccupazione, ce n’è un’altra che già mette in dubbio anche lo svuotamento eventuale del prossimo anno e riguarda la gestione dell’evento. Programmare la ricezione in sicurezza di centinaia di migliaia di persone in un territorio come quello della Garfagnana e ancor più specifico quello del comune di Vagli è operazione non semplice.
Il consigliere regionale Mario Puppa aveva chiesto al presidente Giani di potersene eventualmente occupare in prima persona, una sorta di commissario straordinario così come era stato Giuseppe Sala per Expo 2014 a Milano. Ad oggi, a pochi giorni dalla determina regionale, nulla si è ancora mosso in tal senso e questo sembra un segnale evidente sulle difficoltà di poter rivedere il paese sommerso nel 2024.

IL PAESE SOTT’ACQUA
Fabbriche di Careggine si trova nel punto più profondo del lago di Vagli, si stimano circa 38 metri d’acqua sopra il campanile della chiesa di San Teodoro. Nemmeno 200 abitanti per un piccolo centro che Enel, nel 1940, decise di cancellare avviando un progetto per realizzare un bacino artificiale. Il governo del tempo, su indicazione dell’allora Società Valdarno per l’energia elettrica, individuò infatti l’area come ideale per ospitare un lago. I lavori di costruzione della diga iniziarono nel ’42, e tra varie interruzioni a causa della guerra, si chiusero nel ’46. Nel ’47 la stretta vallata venne inondata d’acqua. Alle circa 200 persone di Fabbriche, si unirono altre 600 persone che abbandonarono i centri abitati di Piari e Pantano, situati più a nord, e che vennero rasi al suolo con pochissime rovine a testimoniare la loro presenza. Nel ’52 la diga fu alzata ulteriormente fino agli attuali 92 metri per far nascere il bacino artificiale di Vagli. Da allora, circa ogni dieci anni, il lago veniva svuotato per effettuare opere di manutenzione. Il paese è tornato alla luce nel 1954, nel 1968 e poi ancora nel 1983 (anno in cui fui svuotato due volte per il tragico incidente all’elicotterista Vasco Lazzerini) e nel 1994.
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