Postamat, altro colpo a Lucca. La testimonianza: «Dopo il boato ho visto due persone fuggire»
La “banda della marmotta” in azione a La Cappella. Bottino di 24mila euro, ritrovata l’auto dei malfattori
LUCCA. Due settimane dopo, puntuali come una cambiale, i malviventi tornano a far saltare in area un Postamat in Lucchesia. Andando a ritroso nel tempo – dopo gli uffici postali di Pieve San Paolo, Maggiano, Stiava (Massarosa) e Ponte San Pietro – nella notte tra venerdì e sabato tocca allo sportello della frazione La Cappella sulla via per Camaiore accanto al bar «Da Bao». Anche in questa circostanza a entrare in azione è la «banda della marmotta» che inserisce, all’altezza della fessura dove esce il denaro, un congegno metallico sottile (del tutto simile per forma e dimensione a una pizza) con all’interno polvere da sparo. Pochi minuti e il congegno fa saltare in aria l’apparecchio meccanico Atm con il forziere che contiene il denaro. Stavolta il bottino è decisamente inferiore agli ultimi colpi: 24mila euro circa. Ma il tempo impiegato per compiere il raid è, come al solito, di meno di tre minuti e il boato viene udito nelle vicinanze.
La testimonianza
A dare l’allarme alla centrale operativa è Emma Pucci, pensionata ed ex titolare del bar «Da Bao», che abita proprio sopra il Postamat dell’ufficio postale nella località Cappella a Monte San Quirico: «Era passata da poco la mezzanotte e avevo appena spento la tv per andare a dormire quando ho udito un forte boato. Ero in camera da letto e istintivamente sono andata verso la finestra, l’ho aperta e ho visto nitidamente una coltre di fumo e dei pezzi metallici volare in mezzo alla carreggiata. Ho notato anche due persone salire su un’auto di piccola cilindrata con la vettura che si è allontanata a forte velocità in direzione Lucca. A essere sincera, anche poco prima dell’esplosione, avevo sentito delle voci provenire dalla strada, ma non ci avevo fatto caso. Da questa zona ci passa tanta gente, c’è il bar, un parcheggio e molti si fermano a parlare sino a tarda notte». La pensionata ha avuto paura a scendere le scale e uscire di casa per andare in strada, ma non ha esitato un minuto a telefonare al 113: «In pochi minuti è arrivata la polizia. – conclude – Ma prima delle volanti sono transitate un paio di vetture che sono state costrette a frenare di colpo per evitare che i pneumatici delle auto finissero contro le lamiere contorte dello sportello metallico esploso proiettate nel raggio di 5-600 metri.
L’auto ritrovata
I due banditi notati dalla testimone – troppo distante per poter capire se fossero incappucciati o armati – fuggono a bordo di una Lancia Y di colore grigio metallizzato dove probabilmente alla guida c’è un terzo uomo. Poco prima delle cinque del mattino la polizia ritrova l’utilitaria abbandonata in via di Carignano dove, con ogni probabilità, ad attendere i malviventi c’è una macchina «pulita» con cui allontanarsi assieme al forzare del Postamat con all’interno il denaro. Dopo aver informato il sostituto procuratore Antonio Mariotti la polizia scientifica effettua i rilievi sul mezzo, posto sotto sequestro, alla ricerca di tracce utili ai fini investigativi. Di fatto la «banda della marmotta»– che in questi anni ha sostituito la «gang dell’acetilene», una tecnica ormai superata e che consisteva nel saturare di gas la cassetta metallica provocando una deflagrazione spesso incontrollata – continua a imperversare sul territorio nonostante i controlli serrati delle forze dell’ordine. Con il colpo a La Cappella il bottino totale è salito a oltre 150mila euro.