Restano altri due anni in servizio i medici di famiglia di Bagni di Lucca
I dottori Pelagalli e Valentino hanno chiesto all’Asl di posticipare la pensione
BAGNI DI LUCCA. Una doppia boccata di ossigeno per l’assistenza sanitaria di base nel paese arriva dalla decisione dei medici Marco Pelagalli e Vito Valentino non solo di accettare di accogliere nuovi pazienti fino al limite di 1.800 assistiti (al posto degli attuali 1.500), ma anche di chiedere all’Asl la proroga per rimanere in servizio altri due anni dopo il termine della pensione. Termine che per Pelagalli sarebbe scattato nel 2024 e per Valentino a fine 2023.
Lo comunica Pelagalli, sorpreso e adirato per le affermazioni contenute nel comunicato del sindaco Paolo Michelini, nel quale si prospettava tra l’altro il prossimo pensionamento dei due medici di famiglia, che andava ad aggiungersi a quello, già avvenuto del dottor Bruschini. «Sono veramente stupito – afferma Pelagalli – per non essere stato interpellato dal sindaco, nemmeno con una telefonata, per avere notizie o informazioni sul mio pensionamento presunto o reale. Il governo ha varato la norma (col decreto Milleproroghe) che dà la possibilità di poter restare due anni dopo il raggiungimento dei 70 anni di età. Sia io che il collega Vito Valentino abbiamo aderito e abbiamo inoltrato la domanda via Pec».
Una mancanza di comunicazione che ha colpito il medico: «Ho fatto parte dell’amministrazione di Michelini, per cinque anni sono stato con lui. Ho cessato la mia attività politica solo per motivi familiari e lavorativi. Il fatto di non essere stato nemmeno chiamato prima di dare notizie sul mio pensionamento mi lascia molto stupito. Prima di dare notizie su altre persone sarebbe bene ascoltarle. Ricordo peraltro che sul territorio opera anche il collega Melchiorre Foto».
Sia Pelagalli che Valentino potranno aumentare il numero degli assistiti da 1.500 a 1.800. Sarà però l’Asl a decidere se, al momento del compimento del settantesimo anno, potranno restare per altri due anni.
In merito alla grande carenza di medici, Pelagalli rimarca il grave errore del numero chiuso alla facoltà di medicina, e il flusso dei giovani laureati che preferiscono andare a lavorare all'estero per avere un guadagno migliore. «In Calabria sono stati presi 4.500 medici cubani – aggiunge – una decisione che però va a scapito di tutti i giovani laureati italiani».