Nuovo 118, manifesto choc. E sei sindaci della Garfagnana dicono no alla riforma
I primi cittadini chiedono che resti il medico a bordo dell’ambulanza
PIAZZA AL SERCHIO.Un falso manifesto funebre, che annuncia la morte del “Medico 118” a Piazza al Serchio. E la presa di posizione di sei sindaci dell’Alta Garfagnana che mettono nel mirino la riforma del sistema di emergenza-urgenza che l’Asl stanno preparando su direttiva della Regione, con meno medici e più infermieri sulle ambulanze. Una giornata coi nervi a fior di pelle, a partire proprio da Piazza al Serchio, presidio ora coperto da un medico e che invece potrebbe essere depotenziato.
Ma secondo i sei sindaci «il medico del 118 da Piazza al Serchio non si toglie». A dirlo sono Andrea Carrari (Piazza al Serchio), Raffaella Mariani (San Romano in Garfagnana), Francesco Pifferi (Camporgiano), Nicola Poli (Minucciano), Marco Reali (Sillano-Giuncugnano) e Giovanni Lodovici (Vagli Sotto). Nulla, spiegano, è stato ancora deciso: dopo le linee guida della Toscana si attende l’incontro tra la Conferenza zonale dei sindaci e la direzione sanitaria previsto nel mese di marzo.
Già a gennaio i sindaci avevano inviato una lettera alla direttrice generale Maria Letizia Casini, al direttore del 118 Andrea Nicolini e al direttore di zona-distretto Luigi Rossi, per chiedere la presenza del medico a bordo dell’ambulanza 24 ore su 24.
Nella missiva c’erano anche altre considerazioni. In particolare, le criticità emerse dalla “graduatoria generale del disagio”, approvata dalla Regione Toscana, dove i comuni dell’Alta Garfagnana risultano essere protagonisti in negativo (piazzandosi ai primi posti della classifica): «La nostra area – ricordano i sindaci – è caratterizzata da una distribuzione disomogenea di piccoli nuclei abitativi, non sempre ben collegati tra loro, e le vie di comunicazione sono mal agevoli e sfavorite dall’impervia morfologia del territorio. Questi fattori, con i quali la popolazione stessa deve misurarsi quotidianamente, recano danno anche alla qualità del servizio sanitario soprattutto in relazione ai tempi di percorrenza». Per capire meglio il quadro: ogni comune dell’alta Garfagnana comprende frazioni che impiegano più di 40 minuti per raggiungere il pronto soccorso più vicino, a Castelnuovo.
«L’utilizzo dell’elisoccorso Pegaso per le emergenze – sottolineano i sindaci – è inoltre condizionato dalle condizioni atmosferiche molto sfavorevoli nel periodo invernale, per la particolare morfologia della nostra valle, come dimostrato numerose volte negli ultimi mesi. Non da ultima, poi, va considerata la riduzione del servizio di guardia medica, che vedrà accorciarsi il proprio orario, lasciando il solo medico del 118 per le ore notturne fino al pronto soccorso di Castelnuovo». A tutto questo, si aggiunge il fatto che negli ultimi anni, sia il Governo centrale che la stessa Regione Toscana, hanno spinto per un’inversione di tendenza volta a migliorare le condizioni di vita nelle cosiddette “aree interne” e in particolare quelle montane. «L’azienda sanitaria – concludono i primi cittadini – deve allinearsi a questo indirizzo perché la limitata varietà dei servizi alla persona, sempre più accentrati nelle aree a maggiore densità abitativa, va a discapito delle periferie».
Perché altrimenti il rischio è che chi abita in Garfagnana, come si legge nel falso necrologia, si senta “un cittadino di serie B”.
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