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Körber Perini, si apre la trattativa: confermati gli 80 esuberi a Lucca

di Luigi Spinosi
Körber Perini, si apre la trattativa: confermati gli 80 esuberi a Lucca

Nel primo confronto è stata sottolineata la necessità di far fronte ai conti difficili. I sindacati ribadiscono il no ai licenziamenti e chiedono gli ammortizzatori sociali

25 gennaio 2023
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LUCCA. Partiamo dai pochi aspetti positivi: le parti si sono incontrate, e l’azienda non ha ancora aperto nessuna procedura di mobilità. Ma, a parte questo, per usare le parole di Massimo Braccini, il segretario generale della Fiom Toscana presente al confronto, «la situazione resta difficile». La situazione è quella che riguarda almeno 80 dipendenti (sui 460 complessivi) dello stabilimento lucchese della Körber, la ex Fabio Perini, azienda specializzata nella produzione di macchinari per l’industria cartaria.

Sono passate un paio di settimane da quando la multinazionale tedesca ha annunciato 80 esuberi nello stabilimento di Mutigliano. Una parola, esuberi, dietro la quale stanno persone in carne e ossa, e relative famiglie. Esuberi che vuol anche dire licenziamenti.

E ieri, dopo un doppia manifestazione dei lavoratori (un primo sciopero al mattino, con la partecipazione anche di lavoratori provenienti da altri stabilimenti italiani del gruppo, e uno al pomeriggio parallelamente al confronto azienda-sindacati), si è aperta la trattativa tra i rappresentanti della dirigenza aziendale e i rappresentanti dei lavoratori, con Fiom Cgil, Fim Cisl e la Rsu dello stabilimento. Un primo incontro dal quale non era pensabile avere delle risposte immediate, visto che serviva essenzialmente per fare un quadro della situazione e per mettere sul tavolo le rispettive posizioni. E la posizione dell’azienda, già nota, è stata ribadita anche in quest’occasione. I rappresentanti della Körber, come spiega Braccini, «hanno parlato di 80/90 esuberi, un taglio per far fronte ai maggiori costi e al calo di commesse». Un taglio, è stato assicurato dalla dirigenza della multinazionale tedesca, che non vuole essere prodromico a una dismissione del polo produttivo di Mutigliano («L’azienda ha detto di voler rimanere a Lucca», aggiunge Braccini). Il problema però, agli occhi dei rappresentanti dei lavoratori, è a quali condizioni.

«Da parte nostra – riprende il segretario della Fiom – abbiamo chiesto di ragionare, di provare a esplorare, a fronte di tutti questi esuberi, eventuali strumenti a cui far ricorso, quanti prepensionamenti sono possibili, di eventuale ricorso a contratti di solidarietà e cassa integrazione, ma il quadro nel quale ci stiamo muovendo è molto complesso». Resta da capire, al di là dell’annunciata volontà di restare a Lucca, quali sono le prospettive future dell’azienda, quali sono i suoi piani, se si tratta (riferendosi al quadro economico derivato da costi in aumento e vendite in calo) se si tratta di superare una tempesta momentanea senza procedere con tagli drastici come quello annunciato, ma cercando alternative il più possibili indolori, in attesa di tempi migliori.

Ed è su questo che intendono insistere i sindacati, sin dal prossimo confronto, già fissato per questo venerdì.

Intanto si moltiplicano gli attestati di solidarietà verso i lavoratori dello stabilimento lucchese. Al presidio di ieri mattina hanno partecipato anche i consiglieri comunali di centrosinistra Enzo Alfarano e Daniele Bianucci, in rappresentanza dei gruppi di opposizione, e il segretario del Pd lucchese Gabriele Marchi: «Siamoa a fianco dei lavoratori della Perini Körber e della loro lotta – hanno dichiarato – la via di uscita non è il taglio agli organici ma un rilancio aziendale, attraverso il varo di un piano industriale condiviso. Per questo, chiediamo un impegno dell’Amministrazione comunale lucchese e di tutte le istituzioni. In ballo c’è il futuro di tante nostre famiglie, ma più in generale la tenuta del tessuto economico dell’intero nostro territorio».


 

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