Il Tirreno

Lucca

la polemica 

Compensi per i Comics, Potere al Popolo contro Lucca Crea

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lucca. Continua la polemica sui compensi che vengono dati ai giovani (e meno giovani) che lavorano durante i giorni dei Comics e durantre le operazioni di montaggio e smontaggio dei padiglioni. A gettare ancora il sasso nello stagno è Potere al Popolo di Lucca: «In questi giorni le denunce sui social hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica un tema ricorrente alla vigilia di Lucca Comics&Games. Già l’anno scorso - ricorda il movimento politico - l’inquadramento contrattuale dei cosiddetti “felpati” e vigilanza notturna la cui gestione è affidata a GSI Security Group (vincitrice del bando nel 2018 e prolungato per il 2019) aveva ridotto la paga oraria a 4,60 euro. Dopo l’alzata di sdegno dell’opinione pubblica sull’infimo pagamento per la vigilanza non armata notturna (3,40 euro all’ora) la responsabile toscana di GSI ci tiene a far sapere che l’azienda rispetta il contratto nazionale, inquadrando i lavoratori nel livello F. Ma questo non deresponsabilizza l’azienda, bensì aumenta il numero dei responsabili, coinvolgendo Lucca Crea e l’abitudine ai bandi a ribasso, senza nessun tipo di paletto, così come i sindacati firmatari del contratto. Dall’azienda viene poi fatto sapere che l’informazione pubblicata sulla piattaforma del centro per l’impiego era errata e che la paga sarebbe in realtà superiore al doppio (al netto?) senza rivelare a quanto ammonterebbe. Uno slalom di alibi».

È necessaria e urgente, secondo Potere al Popolo «una lotta seria per il salario minimo garantito e per la riduzione dell’orario di lavoro. È necessario che i tanti e le tante che si recheranno a Lucca Comics&Games per piacere o lavoro comprendano che la manifestazione si regge sullo sfruttamento di “angeli custodi” (parole di Lucca Crea) che offrono un “lavoro prezioso” come ha avuto a dire Antonella Beretta (responsabile direzione Toscana di GSI), che non viene minimamente riconosciuto dal punto di vista salariale, con l’autorizzazione di un contratto figlio di vent’anni di politiche liberiste e precarizzanti». —



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