Il Tirreno

Lucca

Le terme costate 6 miliardi di lire e lasciate marcire - Video

di Alessandro Bientinesi
Quella che doveva essere la piscina delle terme ormai vandalizzata
Quella che doveva essere la piscina delle terme ormai vandalizzata

Pieve Fosciana: costruite nel 1983 e mai aperte. I cittadini pagheranno il mutuo fino al 2034

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PIEVE FOSCIANA. Un’opera faraonica costata 6 miliardi di lire ad inizio anni Ottanta. Investimento quasi folle per un paesino nel cuore della Garfagnana che non raggiunge le 3mila anime. Una struttura su tre piani, di cui uno interrato, che doveva rendere il Comune di Pieve Fosciana famoso in tutta la Toscana, forse in Italia. Il progetto delle terme in località Prà di Lama nacque nel 1982, a due passi da fonte e laghetto sulfurei. E un anno più tardi l’amministrazione guidata dal sindaco Antonio Tognarelli iniziò la costruzione di un edificio che la comunità garfagnina sta pagando ancora oggi.

MUTUO DA PAGARE FINO AL 2034

Proprio così. E la beffa è che quell’opera monumentale non è mai entrata in funzione. Per non parlare del mutuo, ricalcolato più volte nel corso dei decenni: verrà estinto soltanto nel 2034. Sono 51 anni di debiti sulla testa dei pievarini per un’opera in totale degrado, vandalizzata e che adesso rischia pure il crollo. Per di più in una zona a sismicità elevata.

UNA MAXI OPERA SU UN TERRENO INADATTO

C’è di più. Il terreno argilloso sul quale è stato costruito l’immobile, proprio di fronte al laghetto termale, si muove continuamente. Veri e propri sprofondamenti che sono sempre stati conosciuti dai “vecchi saggi” della comunità. Non a caso in quella zona, 500 metri in linea d’aria dal Municipio, nessuno aveva costruito niente. Fino all’idea di sfruttare questa fonte naturale come in mille altri luoghi d’Italia. Un’opportunità per un paese che si è trasformata in una cattedrale abbandonata, oltre che un debito enorme.

Il sindaco Antonio Tognarelli è, poi, rimasto in carica fino al 2001 senza poter evitare l’abbandono della costruzione alla quale aveva fatto il taglio del nastro.

Ciclicamente il tema delle terme entra di prepotenza nelle campagne elettorali. Per poi essere nuovamente dimenticato subito dopo. Il terreno, nel frattempo, continua a sprofondare. Nelle ultime settimane nella strada sterrata che conduce alla fonte termale le spaccature nel terreno si sono dilatate a vista d’occhio. Da tempo un’ordinanza del Comune di Pieve Fosciana ne impedisce il transito ad ogni tipo di mezzo. Anche se la gente, molti turisti in primis, continuano a venire in questa zona per riempire taniche e bottiglie di quest’acqua da alcuni ritenuta miracolosa.

VIDEO 1. Le terme di Pieve Fosciana oggi

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UNA FONTE CALDA NELL'ABBANDONO

Peccato che la fonte calda sgorghi direttamente in una vasca ingiallita e con un paio di sedie di plastica praticamente fuse nel terreno. Per non parlare dell’edificio per il quale i pievarini continueranno a pagare 50mila euro all’anno fino al 2018 e altri 20mila euro all’anno fino dal 2018 al 2034. Vetri rotti ovunque, solai crollati, residui di bivacchi ovunque. Mura annerite con scritte e graffiti. Un luogo tetro e forse irrecuperabile. Progettato quando gli studi geologici non erano necessari.

Non solo sprechi e debiti. Le terme di Pieve Fosciana, proprio in questi giorni, hanno alimentato un botta e risposta tra il sindaco Francesco Angelini, all’epoca della costruzione già consiglio comunale ma all’opposizione, e il referente della Lega Nord per la Valle del Serchio Simone Simonini. L’attacco parte proprio da Simonini sul laghetto di Prà di Lama, legato all’ingrandimento che avrebbe avuto in queste settimane.

«È evidente che il lago in pochi mesi è avanzato di decine di metri – dice Simonini -. Pur non essendo un tecnico specializzato, qualcosa non deve aver funzionato. Mi è sembrato evidente e saggio ascoltare la parola di chi più esperto del luogo, che sottolineava la scarsità di giusta manutenzione. Se il terreno è in costante movimento, come dice il sindaco Angelini, servono dei monitoraggi seri ed efficaci per dare risposte soprattutto a chi abita nella zona». Il lago, originatosi circa 200 anni fa, era inizialmente suddiviso in due con la strada per il Sillico che vi passava nel mezzo: «Sarà anche il processo dell'argilla che si liquefa e si ricompatta, ma a mio avviso non è un evento normale, non va sottovalutato – prosegue Simonini -. Non è sufficiente un monitoraggio quotidiano basato sui discorsi, è evidente giungere in fretta a una diagnosi del terreno ben più accurata, e dettagliata».

VIDEO 2. La storia di un tesoro lasciato nell'abbandono

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E Simonini ha fatto muovere la Lega Nord a livello regionale grazie all'interessamento dei consiglieri Elisa Montemagni e Roberto Salvini che hanno presentato una interrogazione all’assessore all’ambiente Federica Fratoni e per conoscenza al responsabile dipartimento Arpat di Lucca Gaetano Licitra. Anche con un video Simonini ha documentato questo allargamento.

«Sappiamo che il terreno è soggetto ciclicamente a degli sprofondamenti - risponde il sindaco Francesco Angelini -. Un fenomeno che si conosce da sempre. Negli anni ’60, lo ricordo ancora, tre grossi pioppi furono letteralmente inghiottiti in poco tempo. E l’episodio si è ripetuto nel 1997. Simonini in un video parla anche di mancata pulizia da parte del consorzio di bonifica dello scolo del lago. Non è così, lo posso assicurare. Il terreno, come già detto, sta sprofondando e l’acqua si sposta di conseguenza». Una sorta di vaso comunicante. E per quanto riguarda spreco e debiti, cosa dice il primo cittadino? «Purtroppo il Comune ha un debito fino al 2034 che su una realtà piccola come la nostra pesa non poco - conclude Angelini -. Sulla zona ci sono ancora in corso altri studi di geologi. Dobbiamo capire se la struttura può essere recuperata o se dovrà essere demolita». Anche se i costi potrebbero essere importanti.

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(ha collaborato Luca Dini)

 

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