Rischio multe, rimosse le statue dei ragazzini
Lucca: l’artista deve togliere le opere sulle Mura e a San Marco. «C’è chi ha chiamato la polizia perché credeva fossero veri»
LUCCA. Il bambino seduto sulla panchina non c’è più. E nemmeno quello appoggiato a un “totem” sul baluardo Santa Croce. Le due sculture che l’artista pietrasantino Giovanni Monreale aveva “regalato” a Lucca sono state rimosse. A farlo è stato lo stesso Giovanni da Monreale, dopo una sorta di “diffida” - racconta - ricevuta da Opera delle Mura e polizia municipale. Una storia che si porta dietro una certa dose di assurdo, visto che l’ammonimento allo scultore arriva a oltre un anno dalla prima installazione.
«Qualche giorno fa - spiega Da Monreale - ho ricevuto una comunicazione telefonica da parte dell’Opera delle Mura che mi invitava a rimuovere i due “bambini”». Per quello sulla Cerchia, intitolato “8” e installato dieci mesi fa, il motivo è da ricercare nella tutela artistica del bene culturale. Ma a colpire è la motivazione per la rimozione della scultura in piazza della Concordia, chiamata “Games” (raffigura infatti un bambino che si diletta con un videogioco) e collocata nei pressi dell’ex ospedale Campo di Marte ben 15 mesi or sono: «Mi hanno spiegato - continua l’artista - che erano arrivate diverse telefonate da parte di persone allarmate perché avevano scambiato la scultura per un bambino vero, lasciato da solo sulla panchina».
Assurdo? Mica tanto, visto che non è la prima volta che succede, sempre nella stessa zona. Quando, infatti, venne inaugurata la scultura in marmo per le vittime degli infortuni del lavoro, ci fu chi chiamò il 118 perché aveva scambiato la statua per un uomo che aveva avuto un malore.
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Alla fine, con la prospettiva di ventilate azioni legali, Da Monreale ha deciso di rimuovere le due statue. Non senza rimpianti, suoi e di altre persone: «Sono stati tanti quelli che si sono dispiaciuti vedendo che portavamo via i due lavori», spiega.
Ora le statue sono collocate in un deposito dell’artista a Pietrasanta. Ma non è detto che debbano rimanere lontane da Lucca per sempre. «Se si può fare qualcosa - dice Da Monreale - , se si riesce a trovare un accordo con l’amministrazione comunale per individuare una soluzione che non dia problemi, sono ben contento di riportare le statue a Lucca. D’altra parte fin da subito ho detto che queste erano il mio regalo alla città. Tanto e vero che ne avevo pronta un’altra, che avrebbe dovuto essere collocate nelle vicinanza di “Games” (cioè quella che fino a sabato scorso era in piazza della Concordia, ndr.)».
Oltre a quel vago senso di assurdo del quale parlavamo all’inizio, c’è anche un po’ di amarezza in tutta la storia e nelle parole di Giovanni: «Questo di Lucca è l’unico caso nel quale ho avuto problemi simili, che mi hanno costretto a rimuovere i miei lavori. L’unico contrattempo l’ho avuto a Pietrasanta, perché la statua era appoggiato al muro di un privato che non era contento. Allora l’ho messa accanto a un muro comunale e abbiamo risolto il problema».
Da Monreale, infatti, non ha collocato le sue statue solo a Lucca o a Pietrasanta. Statue simili ad “8” sono state donate a Livorno e a Bologna, in entrambi i casi vicino a scuole che - spiega sul proprio sito Internet l’artista - «mostrano un evidente stato di degrado». Con l’installazione, secondo Da Monreale, i luoghi prescelti possono godere di una nuova energia. Energia che, a quanto pare, Lucca non abbia intenzione di ricevere.
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