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Il cuore Libertas non basta

di Federico d’Elia
Il cuore Libertas non basta

Gli amaranto se la giocano fino all’ultimo a Torino ma pagano troppe imprecisioni. Pesano 12 tiri liberi sbagliati e la mancanza di lucidità nel finale, Woodson ancora top

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TORINO. A Torino è una Libertas che lotta e combatte fino agli ultimi possessi, ma senza avere l’energia e soprattutto la lucidità necessaria per portare a casa la vittoria, al termine di un match spigoloso e fatto di continui parziali da una parte e dall’altra.

La quarta partita in 13 giorni, consegna una Libertas con la benzina nel motore amaranto ai minimi termini. Tutta roba ampiamente preventivabile. L’intensità profusa nei tre match vinti consecutivamente, porta il conto da saldare a Torino, dove i ragazzi di coach Diana si sbattono, ci provano, ma sono la copia sbiadita delle ultime esibizioni.

Manca quella lucidità e concretezza nel portare avanti il piano partita, quella brillantezza difensiva che pochi giorni prima aveva schiantato Pistoia. Così arrivano troppi punti subiti (46) ad intervallo lungo e soprattutto tanti liberi sbagliati (10 su 22 alla fine), che sono la fotografia di una partita giocata sulle gambe, al netto di averci provato fino alla fine ed essere andati vicini a portarla via.

Possamai torna in quintetto, visto che dall’altra parte ci sono avversari con caratteristiche simile (Bruttini e Cusin), ma ben presto entrambe le squadre preferiscono giocare con quintetti piccoli.

Tiby fa un buon lavoro difensivo sul pericolo numero uno Allen, ma non è abbastanza aggressivo nell’altra metà campo. Il primo quarto si chiude con gli amaranto avanti (17-20), ma la partita è più sporca e spigolosa che bella.

Con l’ingresso di Filoni e Tozzi, la Libertas riesce finalmente a correre in contropiede, come benissimo aveva fatto a Pistoia. Ma quando la transizione si trasforma in attacco a difesa schierata, c’è troppa frenesia nel voler tenere i ritmi alti. Arrivano conclusioni frutto di scelte affrettate, non c’è la necessaria lucidità e soprattutto pazienza per leggere i vantaggi che la difesa di Torino concede ed attaccare gli avversari sui cambi.

I ragazzi di Moretti ne approfittano con un break di 10-0 (si va sul 30-26) per poi ampliare il vantaggio fino all’intervallo (46-38).

Gli amaranto non ci stanno e al rientro in campo sono sicuramente più centrati ed ordinati. Coach Diana ordina difesa a zona e questa funziona alla perfezione. Filoni e Piccoli sono schierati sulla prima linea posizionata alta e molto aggressiva. Tozzi da dietro lavora benissimo, con un paio di anticipi perfetti. Torino sbanda ed attacca male, con palle perse e giocando solo in modo perimetrale (nessun libero per loro nel terzo quarto). Livorno rientra in partita e solo per una serie incredibile di liberi sanguinosi sbagliati, entra nell’ultimo quarto dietro ma a contatto (77-72).

Woodson autore di un’altra prestazione superlativa (alla fine 21 punti, 9 rimbalzi e 7 falli subiti), scuote i suoi, anche attaccando il ferro con continuità, contro i piccoli di Torino che non riescono a contenerlo.

Si arriva in parità (69-69) a tre minuti dalla fine, con la bomba clamorosa di un Tozzi sempre più convincente ed autoritario, che spinge i sogni amaranto. Il rush finale premia però Torino: Massone fa male con il suo jump e soprattutto sale di colpi Allen (21 e 15 alla fine per lui) che con un taglio e schiacciata sulla riga di fondo chiude di fatto i giochi. La Libertas ci prova fino alla fine, Tiby si mangia un reverse facile ed un altra conclusione al ferro, Torino arriva avanti al traguardo e strappa i due punti.

Il bilancio in casa amaranto, nonostante la sconfitta, rimane più che positivo dopo il tour de force di queste due settimane. In un campionato estremamente equilibrato e di grande qualità generale, ogni giornata sarà una battaglia. La Libertas ha dimostrato di avere un roster profondo, con tante soluzioni tattiche che cresceranno ulteriormente quando Isotta tornerà a disposizione. Mantenere equilibrio, sia che arrivino i due punti o no, è l’unica ricetta che funziona. E domenica arriva Bergamo. 
 

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