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Capolavoro Libertas a Pistoia

di Giulio Corsi
Alcuni tifosi festeggiano (foto Nucci/Innocenti)
Alcuni tifosi festeggiano (foto Nucci/Innocenti)

La squadra di Diana domina il derby con una gran difesa: gli amaranto volano anche in velocità  

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PISTOIA. È dolce la notte pistoiese. Manca solo il popolo libertassino per rendere perfetto questo mercoledì da leoni, ma il ruggito si sente a distanza di cento chilometri e non arriva dallo zoo, ha la voce amaranto, gli artigli di Matt Tiby, Tommaso Fantoni e Luca Tozzi, il cervello di Andrea Diana, ingegnere di una squadra che giornata dopo giornata sta crescendo con la velocità di un grattacielo a Dubai.

Nessuno si illude. Nessuna si illuda. Le ali restano basse. Ma i progressi di questa Libertas sono palesi. Ogni settimana qualcosa di più e qualcosa di meglio. A Pesaro la solidità mentale. Con Brindisi la solidità mentale e una difesa di acciaio inox. Al PalaCarrara solidità, difesa (anche con un po’ di zona efficace), ma soprattutto velocità, contropiede e transizione per scrivere a metà secondo quarto il recupero dal meno 8 (27-19) che faceva presagire un derby in salita. E poi pluralità di soluzioni offensive anche a difesa schierata che dopo l’intervallo hanno dato il colpo di grazia ai biancorossi, con una ripresa di grande carattere e anche di bella pallacanestro.

La Libertas ha dominato a livello fisico, Diana è partito con Tozzi e Tiby, che si sono mangiati Zanotti e Alessandrini. Matt è stato il trascinatore, con la sua capacità di giocare fronte a canestro, in penetrazione, col suo tempismo al rimbalzo e l’agilità. Imprendibile sempre e se qualche pallone che ha girato sul ferro fosse entrato insieme ai 3 tiri liberi sbagliati, il suo scout sarebbe mostruoso. All’intervallo aveva già 16 punti, alla sirena finale 29, con 6 rimbalzi e 7 falli subiti. Un colpo che da solo vale una medaglia d’oro per il coach e per Ferenc Bartocci.

Accanto al lungo di Urbandale, Dallas, Luca Tozzi da San Miniato. Sempre più una garanzia. Arma tattica e patrimonio della società che Diana sta sfruttando benissimo. E valorizzando.

Ma sotto le plance, quando l’allenatore livornese ha alzato il tonnellaggio nel secondo quarto, la standing ovation la merita anche Tommaso Fantoni, nonostante i neanche 9 minuti in campo: l’impatto del capitano è stato incredibile, rimbalzi offensivi, precisione nelle conclusioni, due contropiedi e una transizione in due minuti che hanno annullato il gap pistoiese riportando la Libertas sul 27-30. La presenza di Tommy ha schiantato la partita di Pistoia. E ha cambiato la faccia della Libertas, che era partita un po’a singhiozzo, come sempre finora.

È stato il viatico per il primo decisivo allungo: all’intervallo gli amaranto sono andati sul più 5 (35-40) con la tripla del pistoiese adottivo Ariel Filloy – in giornata un po’così – che ha concluso un break di 26-8 per Livorno.

Poi è salito in cattedra Avery il figlio del bosco. 15 punti dopo il tè, 21 totali. In 27 minuti. Perché non c’era bisogno di spremerlo, i canestri arrivavano da tutte le parti, l’attacco ha girato bene anche senza di lui, ha trovato soluzioni a difesa schierata e tante finalmente in velocità. I due americani ne hanno messi 50 in due, ma la Libertas è arrivata a 90, anche se alla fine è stato garbage time, mandando a segno 9 uomini, compreso il giovanissimo Pacitto, ennesimo prodotto del vivaio Don Bosco. All’appello manca solo Possamai, ma c’è tempo per recuperare. L’ultimo plauso di questa notte sul surf è per il “solito” Niccolò Filoni, spedito in quintetto per braccare Knight e Johnson, e autore anche stavota di un grande apporto agonistico in difesa e al rimbalzo. Dopo la notte di festa, si torna al largo, a prendere la prossima onda.

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