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Fratto: «Ciao Libertas, è stato bellissimo. Avrei voluto chiudere la mia carriera qui»

Fratto: «Ciao Libertas, è stato bellissimo. Avrei voluto chiudere la mia carriera qui»<br type="_moz" />

L’addio di Francesco: «Non sono caduto dal pero, ma quella telefonata poteva arrivare prima»

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Livorno La Libertas Livorno lo ha ufficialmente salutato sui propri canali social come si usa nel basket 2.0. Parole dolci, di quelle meritate per uno che in questi anni ha dato l’anima per la maglia amaranto.

Dopo tre anni di onorabilissimo servizio in maglia LL la ‘colonna’ Francesco Fratto nel 2025/26 non puntellerà lo spogliatoio e la squadra del presidente Benvenuti.

Per convincerlo a venire a Livorno l’allora presidente Roberto Consigli gli disse: «Voglio che tu diventi un simbolo amaranto come Armando Picchi per il Livorno».

Tre anni dopo il viaggio finisce. Nel futuro di FF#4 c’è un’altra avventura in Toscana. Radio mercato, infatti vuole il muscolare giocatore cecinese in maglia T-Gema Montecatini alla corte del suo mentore Marco Andreazza. Adesso però è il momento dei bilanci e dei ricordi.

Francesco. Come Sta?

«Adesso sto bene. Certo, lasciare la Libertas non è facile. Un pochino me l’aspettavo, per cui non sono caduto dal pero. Magari avrei preferito ricevere la telefonata un po’ prima, ma ora ho messo bene a fuoco tutto».

Ha detto che non è facile lasciare la LL...

«Non può essere altrimenti. Lascio un ambiente che sentivo come se fosse stato casa mia, anche perché ci sono stato tre anni e solo a Cecina, la mia città, ho giocato di più».

Come valuta questi tre anni?

«Bellissimi, sicuramente tosti; vissuti con tutte le aspettative che questa piazza aveva con i nostri tifosi che si sono sempre fatti sentire soprattutto nelle parti finali di ogni anno che sono state belle e impegnative, ma anche gratificanti».

L'emozione più grande?

«Ogni volta che sono entrato in campo al PalaModigliani per i derby con la Pielle. Penso che sia stato qualcosa di indescrivibile. Ogni ingresso in campo, ogni partita, è sempre stato qualcosa di diverso. Quando sbuchi dal tunnel degli spogliatoi e ti trovi davanti un Palasport gremito da ottomila persone capisci che è tutto diverso rispetto al solito. Di certo, però, l’emozione più bella è stata Gara-5 a Roseto per tutto quello che c’era stato prima e per quello che si è portato dietro. Devo dire che rivedere tutto nel docufilm ‘Livorno a due’ è stato davvero emozionante perché ha dato il senso di quel che abbiamo vissuto in un contesto incredibile: tanta roba».

Che cosa lascia?

«Spero un bel ricordo anche se da questo punto di vista sono abbastanza tranquillo. Lascio tre anni intensi, bellissimi, in una realtà che se il primo anno faceva fatica a riempire metà palazzetto e che adesso fa sold out a ogni partita. Soprattutto la lascio in serie A, ma con un futuro che credo sarà difficile, ma bello».

È quindi ottimista sul domani della LL?

«Sì. Se il presidente Marco Benvenuti avrà la possibilità di fare tutto quello che ha in mente secondo me sarà veramente un bel un bel prosieguo. Ci sono delle idee forti e chiare. Con un pizzico di fortuna – che ci vuole in tutto - sono sicuro che potranno essere raggiunti palcoscenici importanti anche grazie ad una forza determinante: il popolo libertassino. Penso che questa società meriti fiducia. Il domani sarà un bel vedere».

Dopo la partita con Nardò non ha più giocato. Quanto ha sofferto?

«L'ultimo periodo è stato molto difficile. Non ho avuto nemmeno la possibilità di dare un aiuto ai miei compagni per una decisione presa diciamo un po’ in partenza e a scatola chiusa. Una decisione che ho rispettato pur non condividendola. Quell’esperienza, però, mi ha fatto capire ancora una volta quanto la fermezza mentale sia importante nel basket come in tutte le decisioni della vita e mi ha fatto capire quanto io davvero ci tenessi a questa società e al gruppo dei miei compagni di squadra. Il legame è fortissimo, inossidabile. All'inizio ho fatto fatica a digerire questa decisione non nego che speravo di chiudere la mia carriera con questa maglia, data anche la vicinanza a casa e l’importanza che avevo dato alla Libertas».

La sua partita più bella in maglia amaranto?

«È facilissimo: il derby di ritorno del mio primo anno alla Libertas. Il derby dato in diretta tv sulla piattaforma digitale. Vincemmo, segnai ventiquattro punti. Penso che ci sia poco altro da aggiungere per l’importanza della partita e per la prestazione in sé».

E la sua prossima tappa?

«La mia priorità è rimanere vicino casa e provare ad arricchire il mio palmares». l

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