PalaMacchia allargato a tremila spettatori: è la grande notte della Libertas contro Faenza
Alle 20,45 gara-uno dei quarti di playoff con la corazzata dell’ex Gigi Garelli. Andreazza mette in guardia: «Con quel roster sono tra i favoriti per il salto in A2»
LIVORNO. Inizia un nuovo campionato. Fatto di partite ravvicinate, con margine d’errore pari a zero. Inizia un nuovo campionato nel quale le 27 vittorie su 34 ottenute nella stagione regolare sono solo il biglietto da visita da esibire sulla porta d’ingresso del gran ballo dei playoff. Stop. Per il resto si riparte da capo. La solida Libertas di Andreazza inizia il proprio cammino (che tutti sperano sia il più lungo possibile) stasera alle 20,45 al PalaMacchia (capienza aumentata a 3000 persone, probabilissimo sold out) contro il peggior avversario che le potesse capitare: i Blacks Faenza. Che squadra, quella Romagnola! Altro che roster da settimo posto, quello effettivamente conquistato dalla RaggiSolaris nella stagione regolare del girone B. Questo è un avversario fortissimo, degno di Ruvo (quando è al completo) e della Pielle, tanto per fare un paragone più immediato. In sostanza Faenza avrebbe potuto e dovuto dominare il campionato, ma non l’ha fatto perché solo nel finale ha trovato la quadratura del cerchio. Il suo cammino è stato senza sussulti fino a marzo, guarda caso quando è stato richiamato in panchina Gigi Garelli, sì, proprio lui: il tecnico che nel 2021 portò la Libertas a tre possessi dalla serie A. Quattro vittorie nelle ultime cinque giornate e un solo ko, nel derby contro Ravenna che non contava nulla. Insomma, alla lunga la mano di Gigione si è fatta sentire. Eccome. E dire che invece dopo 10 giornate (5 vittorie e altrettante sconfitte), Garelli era stato esonerato. Al suo posto fu ingaggiato Lotesoriere che però non fece troppo meglio (10 vittorie su 19. Controribaltone e obiettivo playoff centrato.
Roster d’acciaio
La forza di Faenza sta dentro i nomi dei suoi giocatori. La stella è Mitchell Poletti, barba da santone, totem di 205 cm, ex compagno di squadra (e anche pane per i denti) di Tommaso Fantoni. Il centro classe 1988 è arrivato a gennaio da Roseto alzando l’asticella delle ambizioni di una squadra che trova in Sebastian Vico (che giustiziò la Libertas nel 2021 in finale) l’uomo in grado di spaccare le partite. Interessante anche il pacchetto di esterni con molte bocche da fuoco. In sostanza Faenza è una squadra completa con tanti giocatori che hanno molti punti nelle mani.
Qui Libertas
In casa amaranto, smaltita senza problema e con la gioia nel cuore l’ubriacatura del derby, c’è fiducia e compattezza. Con un gioco di parole si potrebbe dire che la Libertas non si fida di Faenza, ma confida nella propria essenza. E l’essenza è fatta di difesa, di forza di volontà, del talento di Ricci e Tozzi. Della garra di Fratto e Fantoni. Del fosforo di Williams, le zingarate di Bargnesi, la freschezza di Allinei e degli intimidatori centimetri di Dorin Buca. È fatta anche dai garretti di Jacopo Lucarelli, la cavalletta atomica che forse stringerà i denti per essere della partita anche se a quasi due mesi dall’ultima esibizione, il 10 marzo sul campo di Fiorenzuola.
La carica del coach
Marco Andreazza ha messo tutti sul “chi va là”: «Faenza è arrivata settima ma a inizio stagione era forse “la” candidata principale ad uno dei due posti che valgono la A2. Vengono da una stagione complicata ma hanno qualità da vendere. Dovremo dare la nostra miglior versione di noi stessi se vorremo passare». Il pensiero dell’uomo di Montebelluna, quindi è rivolto a tutta la serie e non solo a gara-1 che, è per definizione, la più delicata per chi gioca in casa. Ma questo è il bello dei playoff. Si vince, si perde, ma al 40’e 1” si resetta e si riparte per andarsi a prendere il passaggio del turno. Non sarà facile, ma la Libertas può farcela.