Il Tirreno

Livorno

Brutta Libertas perde la testa

di Fabrizio Pucci
Brutta Libertas perde la testa

La difesa non morde e Rieti (con soli 6 uomini in rotazione) trova troppi canestri facili Gli amaranto allungano a +7 nell’ultimo quarto ma negli ultimi 2 minuti rovinano tutto

11 febbraio 2024
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LIVORNO In questo giochino neanche la Virtus Bologna può pensare di vincere giocando da Virtus per soli cinque minuti su quaranta. Figuriamoci la Libertas che fa di ginocchia e gomiti sbucciati il proprio credo e nel non mandare in fiducia nessuno: nemmeno un’avversaria scarsa (e priva di Roderick e Cusenza) come Rieti che – incredula dinanzi a cotanta dabbenaggine – ha incartato e portato a casa due punti insperati.

Per la verità la truppa di Ponticiello ci ha messo anche tanto del suo: non si è scomposta quando la Libertas ha provato a scappare (4-9) e non ha mollato quando gli Amaranto sembravano essere padroni dell’inerzia e della partita (58-65 al 35’). E il cuore dei Sabini, alla lunga li ha premiati. E poco importa che gli arbitri abbiano consentito loro di praticare un basket spesso oltre i limiti del regolamento. E nemmeno i 22 falli fischiati ai livornesi contro i 14 ai fabbri reatini, con un saldo di +14 liberi tirati dai padroni di casa rispetto agli ospiti.

Quello delle omissioni arbitrali è il classico alibi dei perdenti e perdente – come filosofia e stile di vita – non è un libertassino che sia uno presente su questa terra.

Resta fermo il fatto che la Libertas nel primo quarto ha faticato da matti in attacco dove si è aggrappata al tiro da 3. Al 10’ i 13 (sic!) punti amaranto sono stati frutto di 4 triple e un tiro libero con un misero 0/6 da 2 figlio di un attacco pasticciato e frenetico.

Peggio ancora la seconda frazione dove sono stati concessi 24 punti a una squadra con poco talento, ma capace di trasformare Cavallero in Curry (13 punti con 3/3 da 3, poi scout immacolato) e Markovic in Lebron James: roba da non credere che ha portato la doppia L all’intervallo lungo a -7: divario tutto sommato accettabile colmabile per quanto (non) visto in campo.

Nella domenica amaranto senza senso, Rieti si era vestita da Libertas e viceversa con i ragazzi di Andreazza in preda di una ingiustificata frenesia in attacco che ha prodotto poco: al 20’ zero punti segnati per Fantoni, Bargnesi e Williams per citare uno dei dati più eclatanti.

Il terzo quarto vede qualche spruzzata d’amaranto: 10-2 di break e cortomuso avanti (42-43) infischiandosene della difesa adeguata e appiccicosa di Ponticiello. Rieti però c’è e riparte: contro parziale di 10-2 e partita di nuovo nelle sue mani. Andreazza getta nella mischia Buca che intasa le vie aeree più di una sinusite a gennaio. Rieti si blocca, Lucarelli da 3 fa 55 pari, poi a cavallo delle ultime due frazioni la Libertas scappa: sale a +7 sul 58-65 e la vittoria, nonostante tutto (ma proprio tutto tutto), sembra essere a portata di mano. Tuttavia c’è un però grande come il PalaSojourner: Fratto e Allinei pasticciano sul possesso del potenziale +9, e Rieti risale a -2 (63-68) ricacciata indietro dall’unico lampo di un appannato Williams (63-68). La partita della LL finisce tecnicamente qui. Sul 70-68 Fantoni segna in tap in e subisce fallo, ma gli arbitri gli fischiano un assurdo fallo in attacco. Rieti trema dalla lunetta, ma la Libertas ormai ha provveduto da sola a staccare la spina dal proprio respiratore.

La NPC festeggia, gli Amaranto meditano e spiegano, perché perdere ci sta (qui è scivolata anche la Pielle, Herons ha perso a Caserta), ma perdere così indispettisce e toglie qualche ora di sonno. Per fortuna si rigioca tra un paio di giorni. Serviranno occhi della tigre e intensità spalmata sui 40’, perché cinque non bastano nemmeno se sei la Virtus.
 

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