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Pietrini e la Supercoppa al PalaModì: «Livorno capitale del volley, ora sogno di giocare qui con la nazionale»

di Alessandro Lazzerini
Elena Pietrini, 23 anni, livornese ora impegnata nel campionato russo con la maglia di Kazan
Elena Pietrini, 23 anni, livornese ora impegnata nel campionato russo con la maglia di Kazan

L’orgoglio della stella azzurra invista della sfida di sabato 28 ottobre. «Sarà un grande spettacolo e ora sogno di giocare al PalaModì con la nazionale»

27 ottobre 2023
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LIVORNO. Quando si parla di pallavolo femminile a Livorno è impossibile non pensare a Elena Pietrini. Cresciuta nel settore giovanile del Volley Livorno prima di spiccare il volo con Volleyrò e Scandicci, sempre con la maglia azzurra della Nazionale ad accompagnarla nel suo percorso fin da ragazzina. Adesso è da Kazan, in Russia, che osserva la sua città che per una notte diventerà il centro della pallavolo italiana, con il sold out già annunciato dal sindaco Luca Salvetti per la finale di Supercoppa tra Imoco Volley Conegliano e la Vero Volley Milano.

Elena Pietrini, siamo davanti a evento di rilievo assoluto.

«Lo ammetto subito: mi dispiace non poterci essere – esordisce Pietrini -. Mi avrebbe fatto piacere giocare davanti a tanti amici e sarebbe stato davvero un onore scendere in campo nella mia città. Sarà un evento unico».

Che effetto le fa vedere la sua Livorno così al centro del volley italiano?

«Sono veramente orgogliosa di quello che sta succedendo. Ci speravo da tanto tempo perché sapevo che la riposta sarebbe stata eccezionale e il sold out del Modigliani Forum ne è la testimonianza più diretta. Ci sono tutti gli ingredienti perché sia una bella serata. Un vero e proprio spettacolo».

Che partita si aspetta?

«Sarà una gara equilibratissima, tra due squadre veramente forti. Basta vedere che la finale scudetto si è decisa al tie-break di gara 5. Il livello delle due formazioni è altissimo, è la partita più bella da vedere. Non mi sbilancio sul pronostico, semplicemente perché sono due squadre complete in cui è davvero difficile trovare dei punti deboli».

Una giocatrice che sarà decisiva?

«Una partita del genere si vince con la forza del collettivo. Se però devo mettere i riflettori su un aspetto particolare dico che l’asse palleggiatore-opposto potrà fare la differenza. Sia la coppia Egonu-Orro per Milano che Haak-Wolosz per Conegliano sono il top. E poi Milano dovrà trovare il modo di mettere il pallone a terra contro un libero come De Gennaro che prende tutto».

Oltre a questa sfida, il comune di Livorno sta lavorando da tempo per portare anche la Nazionale in città. Quanto le piacerebbe?

«Non sapete da quanto ci spero. Per farvelo capire vi dico che io stessa in più di un’occasione ho provato a buttarla lì ai grandi capi della Federazione. Abbiamo un palazzetto di una bellezza incredibile che deve essere sfruttato per lo sport. Ho visto che è stato utilizzato per i derby di basket e per l’Italbasket, e quello della Supercoppa è un altro tassello fondamentale. Per me sarebbe un sogno giocare a Livorno».

Non lo fa da quando era giovanissima e già faceva la differenza al PalaFollati di Banditella.

«Davvero. Il mio desiderio più grande, forse irrealizzabile, è che un giorno ci possa essere una squadra di pallavolo in Serie A a Livorno per poter tornare a casa. Porterebbe città un livello altissimo come quello della Supercoppa».

Il Volley Livorno dove è cresciuta in estate ha avuto una piccola grande rivoluzione. Che ne pensa?

“Mi fa strano perché dentro c’è tutta la mia famiglia, a partire da babbo Alberto che è presidente della Libertas Volley. C’è mia sorella Giulia e le persone che mi hanno vista e fatto crescere come Matteo Falchi e Matteo D’Alesio. So quanti sacrifici quotidiani fanno per portare avanti questo progetto, per questo auguro loro le migliori soddisfazioni».

Che consiglio darebbe alla società?

«A dir la verità ci sentiamo spesso. A volte facciamo degli esercizi durante un allenamento che noi usiamo come riscaldamento e li giro a loro perché penso possano essere utili per le bambine. Hanno sempre fatto cose buone ovunque sono andati, li ho visti lavorare e sono contenta che ci siano loro alla guida della mia società del cuore. E’ un ambiente sano che ti spinge ad andare in palestra volentieri».

Da Banditella fino a Kazan. Dove nasce questa scelta di trasferirsi nell’est Europa?

«Quando Scandicci mi ha comunicato che la mia avventura lì era al capolinea, ho avuto tante offerte, sia dall’Italia che dall’estero. Ho scelto questa opportunità per mettermi in gioco e soprattutto per la presenza di coach Terzic. É uno di quelli per cui vale la pena rischiare certe avventure e penso possa essere il tecnico perfetto per questo momento della mia carriera».

Come sono stati questi primi mesi in Russia?

«Fa un gran freddo, ma lo sapevo (ride, ndr). All’inizio è stato difficile essendo la prima volta all’estero, ma la squadra, la società e il coach mi hanno subito fatto sentire a casa. L’ambiente è tranquillo, l’ideale per lavorare bene».

Dopo l’Europeo deludente di questa estate, adesso con la Nazionale il pensiero va alle Olimpiadi.

«Fa ancora male pensare alla delusione dell’Europeo. Penso però che questa squadra abbia un potenziale enorme. L’obiettivo adesso è fare bene la Vnl per qualificarci a Parigi. Se riusciremo ad andare alle Olimpiadi diremo la nostra».

In zona medaglia?

«Per me sì. Credo fortemente in questa squadra. Abbiamo avuto qualche piccolo problema, ma i problemi sono fatti per essere risolti. Non ci vedo inferiori alle squadre che ci hanno battuto in estate».

Roma, Scandicci, Kazan, il sogno Parigi: è sempre in giro per l’Europa. Non le manca Livorno?

«Tantissimo. Essendo uscita da casa da piccola non sono riuscita a vivere la mia città, i miei amici nel momento della gioventù e questo mi è mancato. Rispetto a quando ero a Scandicci, adesso è decisamente più complesso tornare a casa. Lo farò a Natale. Per stare con la mia famiglia, la mia nipotina Emma e i miei cani Bimba e Bula. Non vedo l’ora di coccolarli un po’».
 

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