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Livorno

L’intervista

Milianti cambia maglia ma resta a Livorno: “Pls? Bel progetto. Dagli uffici amaranto solo silenzio”

Dario Milianti, difensore classe 1983, con un passato da oltre 600 presenze in carriera
Dario Milianti, difensore classe 1983, con un passato da oltre 600 presenze in carriera

La stoccata del difensore: “Di sicuro mi aspettavo almeno una chiamata per dirmi che venivano fatte scelte diverse e invece dopo Pomezia non si è fatto sentire nessuno. E da livornese, invece, per rispetto uno squillo me lo aspettavo”

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Livorno «È stata un esperienza indimenticabile. La scelta di un anno fa la rifarei mille volte, perché da livornese non c’è cosa migliore di giocare con la maglia del Livorno. Alla mia età indossare l’amaranto è stata una fortuna, mi sento un privilegiato».

Nella voce di Dario Milianti c’è tutta l’emozione e l’appartenenza di chi undici mesi fa ha voluto il Livorno a tutti i costi e oggi lo saluta dopo una stagione intensa per passare alla Pro Livorno Sorgenti, sempre in Eccellenza. «Ci sono mille momenti che porterò nel cuore. La presentazione allo stadio è stata qualcosa di incredibile, vedere tutta quella passione dopo ciò che era successo al Livorno mi rimarrà per sempre in mente. Poi la prima uscita a Rosignano: ho guardato la maglia amaranto per cinque minuti per riuscire a rendermi conto di dov’ero. E poi la fascia di capitano alla seconda, un altro momento super».

Cosa le ha lasciato questa esperienza?

«Tante emozioni e tanti bei momenti, oltre al privilegio di aver potuto giocare con calciatori che hanno fatto la Serie A come Luci e Vantaggiato per dirne due, e Mazzoni che conoscevo già. La loro umiltà deve essere da esempio per tutti».

Sinceramente, si aspettava di rimanere?

«Non lo so, alla mia età se uno rimane deve giocare, sennò perde il ritmo. Di sicuro mi aspettavo almeno una chiamata per dirmi che venivano fatte scelte diverse e invece dopo Pomezia non si è fatto sentire nessuno. E da livornese, invece, per rispetto uno squillo me lo aspettavo».

Pomezia, giornataccia...

«Prima della gara di andata mandai una foto ai miei genitori dicendo loro che sarebbe stata la mia ultima partita. A 39 anni con 600 presenze alle spalle non avrei più potuto provare emozioni come davanti alla Nord piena e quindi ero convinto di dir e basta, chiudendo in bellezza. Poi la delusione del ritorno e il fatto di non aver giocato, insieme all’amore per questo sport, mi hanno spinto a continuare».

Si vedeva tra i titolari?
«Sì, con la mia esperienza potevo essere utile in quell’ambiente»

Diceva che ha deciso di continuare e lo farà con la Pls.
«Quando ho parlato con il dg Davide Cavalli ho avutosubito un’ottima impressione per quanto riguarda il progetto. C’è l’idea di lavorare in modo professionale ed è stata allestita una squadra di altissimo livello. Il fatto che sia a casa rende questa scelta perfetta per me così da poter portare avanti anche la mia attività. Ci sono le prospettive per fare veramente molto bene».

Alla sua ventiduesima stagione lunedì con che attitudine arriverà al campo?

Non vedo l’ora di esserci. Ho una voglia matta di riniziare. Alla mia età c’è bisogno di questi stimoli e di continuità durante la stagione. Il calcio è stato il mio lavoro fino a 36 anni, mentre adesso l’aspetto economico è passato in secondo piano, ora è pura passione. Questo progetto mi coinvolge e sono più motivato che mai».

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