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Calcio: il personaggio

Chi è Rodriguez, il nuovo bomber del Livorno: “Liberatelo in area e vi farà un mare di gol”

Alessandro Lazzerini
Saimon Reider Rodriguez esulta dopo un gol
Saimon Reider Rodriguez esulta dopo un gol

Mister Vangioni lo ha allenato a Seravezza: “Vinceva le partite da solo. Giocava da prima punta nel 3-5-1-1 ed era libero di attaccare la profondità”

13 luglio 2022
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LIVORNO. In Versilia lo chiamano ‘O Rei’, un po’ per accorciare il cognome, Rodriguez, e un po’ perché dalla parti di Seravezza ha disputato alcune stagioni da vero e proprio Re dei bomber. E nessuno in casa verdazzurra conosce il nuovo attaccante del Livorno, Samon Reider Rodriguez, come il tecnico Walter Vangioni che proprio in questa stagione è tornato a ‘casa’ dopo un anno a Ghiviborgo. «Penso che un giocatore come Rodriguez in Eccellenza non lo abbia nessuno in tutta Italia e anche se guardiamo in Serie D ci sono pochi giocatori così forti – esordisce subito così Vangioni, premiato miglior allenatore di tutta la Serie D nell’ultima stagione –. È un giocatore che se avesse trovato il treno giusto avrebbe potuto fare tranquillamente i professionisti e in queste categorie è un vero e proprio lusso».

Attaccante totale, in grado di trovare la porta con entrambi i piedi e capace di giocate balistiche da altre categorie. Oltre alla qualità da numero dieci però c’è anche il killer instict da centravanti puro, un mix che Vangioni riuscì a far esplodere al meglio tra il settembre 2019 e il gennaio 2020 con 19 reti segnate in 19 gare, tant’è che poi l’attaccante cubano andò prima all’Olhanense in Serie C portoghese e poi alla Reggiana, in Lega Pro.

«In quell’anno a Seravezza vinceva le partite da solo. Giocava da prima punta nel 3-5-1-1 ed era libero di attaccare la profondità. Ecco, secondo me un fattore importantissimo quando si parla di Rodriguez è questo: in campo non deve essere troppo imbrigliato in un sistema tattico, ma deve avere la libertà di trovare lui gli spazi dove poter far male alle difese avversarie».

Il Livorno dovrebbe partire con un 3-4-3 oppure con un 3-4-1-2 e il tecnico garfagnino non ha dubbi sulla sua collocazione.

«Più sta vicino alla porta e più ha possibilità di fare gol. Quindi nel primo caso lo farei giocare come falso nove, per me il ruolo dove rende meglio, oppure nel secondo può stare nelle due punte. Trequartista? Lo può fare, ma è meglio lasciarlo là davanti».

Come tanti sudamericani, le recensioni parlano di Rodriguez come un carattere tutt’altro che banale, niente di trascendentale, ma comunque un uomo che in uno spogliatoio ha il suo peso.

«Se avesse avuto la testa completamente focalizzata sul gioco del calcio avrebbe fatto il calciatore a livelli molto più alti. Uno che fa il settore giovanile della Juve e che Capello fa esordire in un Trofeo Berlusconi vuol dire che il talento lo ha. Nel momento in cui l’ho allenato io è stato eccezionale anche come uomo spogliatoio, sempre sul pezzo e pronto a spronare i compagni a fare il massimo. Per questo posso parlarne solo bene come persona e come calciatore, è quello che mi ha impressionato di più insieme al nostro centravanti Benedetti».

Proprio in questo verso una piazza come Livorno può essere perfetta per il suo rilancio, dopo la prima stagione in cui non è andato in doppia cifra (6 gol tra Lavello e Seravezza in 28 presenze), cosa che non accadeva dal 2014-15 a Castelfiorentino.

«Un ambiente come quello amaranto può essere perfetto per lui e credo che i tifosi labronici possano divertirsi tanto vedendolo giocare. Ci sono i presupposti per tutti per fare una grande stagione. Faccio un grande in bocca al lupo ad entrambi, perchè il Livorno merita di tornare in altre categorie».
 

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