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Livorno, movida in via Cambini: «Presidio fisso di notte della polizia locale»

di Martina Trivigno

	La folla in via Cambini e il sindaco Luca Salvetti alla conferenza di fine anno
La folla in via Cambini e il sindaco Luca Salvetti alla conferenza di fine anno

Annuncio del sindaco durante la conferenza di fine anno: «Ma il prefetto Dionisi e il ministero non ci lascino da soli»

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LIVORNO. «Un presidio notturno della polizia locale in via Cambini». È stato uno dei temi che più ha acceso il dibattito in città e l’idea, ora, è che si aggiunga un tassello con gli agenti della municipale impegnati (anche) a monitorare quello che succede quando le luci dei locali si spengono e le serrande si abbassano.

«Ma non lasciateci soli – evidenzia il sindaco Luca Salvetti – . Anzi mi rivolgo al prefetto Giancarlo Dionisi e più in generale al ministero dell’Interno: cosa possiamo fare, da un punto di vista dell’applicazione delle norme, per invitare a spostarsi chi resta in strada a parlare?».

Caos fine settimana

Durante la conferenza stampa di fine anno a Palazzo Civico, i riflettori si sono accesi ancora una volta su quei 60 metri di strada, con una larghezza che varia dai sette fino a restringimenti di appena 1,5 metri, e una superficie calpestabile complessiva di circa 360 metri quadrati (nel tratto compreso tra via Marradi e via Roma) dove – raccontano i residenti – ogni fine settimana si genera il caos: urla, schiamazzi, sosta selvaggia e degrado. Una situazione così insostenibile – dice chi vive in zona – da costringere i residenti a preparare un dossier, poi consegnato a uno studio legale di Milano, in cui “raccontano” quello che succede nelle ore clou.

Alcuni di quei video li ha visti anche il primo cittadino: in uno in particolare, registrato con un fonometro digitale, un’applicazione che usa il microfono dello smartphone per indicare i decibel e aiutare quindi a valutare se i livelli sonori sono sicuri, viene documentata la situazione di venerdì scorso, poco prima dell’1. «Dalle immagini appare evidente come nella via ci siano molti ragazzi che non stanno facendo nulla di male se non parlando tra loro – spiega – . È vero, sono tanti ed è chiaro che il riposo e la quiete di chi vive lì siano disturbati, ma la situazione è complessa e non di facile soluzione. Non esiste infatti una città che abbia una ricetta che funzioni in tal senso: la situazione è complicata anche altrove, a Torino e Milano, e già ci sono delle sentenze».

Il precedente

E non è un caso che il comitato Modì, che accoglie al suo interno i residenti di via Cambini, via Roma, via Marradi e piazza Attias – abbia scelto di rivolgersi a uno studio milanese per valutare eventuali azioni legali contro il Comune. È di alcuni giorni fa, infatti, la notizia della condanna dell’ente a pagare i danni da movida nel quartiere Lazzaretto-Melzo a Milano: con una maxi multa di 250mila euro da corrispondere ai residenti, interessi compresi, la sentenza del Tribunale di Milano 9566/2025 si allinea alle precedenti di Torino, Como, Napoli e condanna il Comune a intervenire. «La cosiddetta movida – si legge – comportava il deprezzamento delle unità immobiliari, il danneggiamento degli stabili del quartiere e delle autovetture posteggiate, nonché una generale situazione di degrado e insicurezza, come più volte segnalato al Comune, senza, tuttavia, ottenere alcun riscontro».

Il numero chiuso

Il primo atto di questa storia era iniziato con la richiesta del prefetto Dionisi di contingentare gli ingressi, facendo accedere nella strada un massimo di 300 persone.

In più, il rappresentante del governo in città aveva anche consigliato l’utilizzo di contapersone, da parte delle attività della via, in modo da limitare gli accessi. Una proposta che, però, è stata rimandata al mittente dalle associazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti, che hanno levato gli scudi a difesa della libertà d’impresa dei locali. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco Salvetti che, a più riprese, ha ribadito che «se il prefetto considera il contingentamento degli accessi in via Cambini uno strumento necessario, ha tutto il potere per proporlo e attuarlo: troverei inopportuno qualsiasi riferimento ad interpretazioni di norme e regolamenti che modifichino il corretto significato di ciò che compete a un sindaco e alla polizia locale».

Il malcontento dei residenti

Ma mentre il malcontento dei residenti non si placa, il sindaco sta valutando di istituire un presidio fisso, di notte, in via Cambini. Per farlo, però, chiede di non essere lasciato solo e chiede il supporto di Dionisi e del ministero dell’Interno. Nel frattempo, però, come sono i rapporti con il prefetto? «Dal 2019 si sono susseguiti tre prefetti – conclude Salvetti – mentre il sindaco è rimasto lo stesso. Sono soddisfatto che Dionisi abbia detto basta con le inutili polemiche e prendo atto di quella che è stata una sorta di autocritica. Così possiamo riprendere un percorso comune per il bene della nostra città».

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