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Livorno, catturato un “serpente del grano”: «Sbarcato dalla stiva di una nave»

di Franco Marianelli

	Il serpente catturato a Livorno 
Il serpente catturato a Livorno 

L’animale è stato salvato da Anpana e finanzieri: poi è stato trasferito al museo di storia naturale di Calci

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LIVORNO. Al “palmares” di Franco Fantappiè questo tassello mancava ancora: due pitoni, un crotalo, innumerevoli biacchi, qualche vipera, ma un “serpente del grano” come quello ritrovato sabato scorso in Darsena Toscana il presidente dell’associazione animalista Anpana non lo aveva mai soccorso. «Pensavo che la chiamata riguardasse un biacco, poi al primo impatto ho ritenuto che fosse un giovanissimo “pitone regius”, in realtà era appunto un “serpente del grano”, una razza che vive nell’America settentrionale, completamente innocuo».

Ma come sarà arrivato da un’ipotetica piantagione di mais del Midwest alla Darsena Toscana? «Presumo uscito da qualche cargo come succede spesso nel nostro porto. In alternativa possiamo pensare a qualche “brava persona” che se ne sia voluto sbarazzare, visto come questo tipo di serpente sia molto commercializzato, presente in molte teche di appassionati. Ma sono propenso a credere all’ipotesi della fuoriuscita dalla nave».

Ma che fine ha fatto il rettile? «Abbiamo chiamato la guardia di finanza, che con il nucleo Cites (il raggruppamento che si occupa del rispetto della convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione ndc) ha disposto il ricovero del serpente in una struttura ad hoc (al museo di storia naturale di Calci, dove c’è una sala dedicata ai rettili ndc). Peraltro non essendo considerato protetto avemmo potuto liberamente affidarlo anche a un privato».

Non è certo la prima volta che il presidente di Anpana si ritrova a recuperare dei serpenti. «Le esperienze – sorride – non mi sono mancate, come quando ricevetti una chiamata surreale nella quale mi chiedevano di intervenire perché c’era un pitone in via Poccianti. Lo recuperammo e lo restituimmo al proprietario cui era fuggito dalla teca».

Ma non è stato neanche l’unico pitone. «No: ne trovammo un altro in via Bikonacki destinato a rimanere orfano perché nessuno lo reclamò. Lo affidammo a una struttura convenzionata». Tutti serpenti non velenosi per fortuna. «Meno il crotalo (meglio conosciuto come serpente a sonagli) che trovammo in via della Cinta esterna, anche lui uscito da qualche nave. E al contrario dei casi precedenti era anche nervoso. Ma una casa la trovammo anche per lui».

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