Il Tirreno

Livorno

Teatro 4 Mori

Livorno applaude il nuovo Virzì: “Cinque secondi” fa tutto esaurito

di Claudio Marmugi

	La "prima" del nuovo film di Paolo Virzì ai 4 Mori (fotoservizio Stick)
La "prima" del nuovo film di Paolo Virzì ai 4 Mori (fotoservizio Stick)

Il maestro si gode l’affetto della città: «È la mia sala del cuore»

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LIVORNO Cinque secondi e cinque minuti di applausi. Non poteva che finire così la presentazione livornese del nuovo film di Paolo Virzì, “Cinque secondi”.

Virzì da Fazio, domenica scorsa, a “Che tempo che fa” l’aveva specificato bene: «Il 4 Mori a Livorno è il cinema del mio cuore». E ieri sera Paolo Virzì non ha tradito la sua Livorno ed è tornato nella sala del suo cuore (già immortalata nella “Prima cosa bella”) per presentare il suo diciottesimo film, una pellicola densa di sentimenti potentissimi dove ritrova la Toscana, per la terza volta Valeria Bruni Tedeschi, per la quinta volta Valerio Mastandrea come protagonista e per la tredicesima volta Francesco Bruni come co-sceneggiatore (in trio con Paolo e col fratello Carlo Virzì, lo stesso team di “Un altro Ferragosto”). E al “4 Mori”, il maestro del cinema italiano nato e cresciuto nella nostra città, salendo sul palco dopo la proiezione, oltre che salutare il pubblico, ha inaugurato ufficialmente la nuova sala del cinema, appena restaurata.

Serviva un evento così per tenere a battesimo il nuovo 4 Mori, un film forte e bello, sospeso tra buio e luce, tra elaborazione del lutto e rinascita, tra il dolore della vita e la sua mitigazione. Un film che, in un mondo menefreghista e superficiale, rimette al centro le relazioni umane, come solo Virzì sa fare, perché, alla fine, nonostante tutto, «crede negli esseri umani». Non a caso, parlando della storia del film ha detto: «È la dimostrazione che prendendosi cura degli altri ci si può rigenerare».

In “Cinque secondi” Valerio Mastandrea è un avvocato civilista di successo che è uscito dalla società e si è recluso volontariamente in una villa in rovina per espiare quella che ritiene una sua colpa immensa, del tipo che rovinano per sempre l’esistenza. Un film che ha colpito molto anche lo stesso Mastandrea (bravissimo, ndr) perché riteneva di non potersi più immedesimare così tanto in un ruolo in carriera.

Tanti gli amici di Paolo, al cinema per rendergli omaggio e ringraziarlo per questo ennesimo tassello di grande cinema che contribuisce, un’altra volta, a fare grande la tradizione della narrazione italiana, sempre in bilico tra tinte drammatiche e commedia amara, la tavolozza della vita. In platea tra gli altri Giorgio Algranti e Isabella Cecchi, Dario Ballantini ed Emanuele Barresi, il neoeletto in Regione Alessandro Franchi, l'assessora Angela Rafanelli, il presidente dei Portuali Enzo Raugei.  

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