Forze dell’ordine a Livorno, il prefetto rassicura: «In città pianta organica adeguata»
Giancarlo Dionisi replica alle preoccupazioni del sindaco Luca Salvetti: «Recentemente ci sono state assunzioni». Fondi per le telecamere e contro lo spaccio di droga nelle scuole
LIVORNO. «Negli ultimi dodici mesi le forze di polizia hanno realizzato circa 70 operazioni “ad alto impatto”, la maggior parte delle quali proprio a Livorno e nei suoi quartieri più sensibili. Si è trattato di un impegno straordinario, che ha prodotto risultati significativi sia in termini di arresti e sequestri, sia di deterrenza verso i fenomeni di illegalità diffusa. Un’azione costante, che testimonia la presenza concreta e continua dello Stato sul territorio, non solo per contrastare ma per prevenire, scoraggiare e riportare fiducia. Questo impegno sta a dimostrare che, nel territorio livornese, gli organici risultano pienamente adeguati alle esigenze operative, grazie anche alle recenti assegnazioni di personale e mezzi alle articolazioni territoriali dei carabinieri e della polizia di Stato».
A parlare è il prefetto Giancarlo Dionisi, che annuncia la «piena operatività» della “zona rossa” di piazza Garibaldi e replica alle preoccupazioni del sindaco Luca Salvetti, che nei giorni scorsi al Tirreno aveva denunciato «la mancata previsione di un piano straordinario di assunzioni a fronte di una grave carenza di organico» delle forze dell’ordine, attaccando il Governo. «Non si registra alcuna riduzione di risorse, ma al contrario – sottolinea Dionisi – un costante impegno nel rafforzare la presenza dello Stato sul territorio, con una pianificazione che tiene conto delle esigenze di sicurezza urbana e del necessario equilibrio tra le diverse aree della provincia».
Su piazza Garibaldi il prefetto spiega che «la misura non ha carattere repressivo, ma preventivo e di recupero: non si tratta di un’area “blindata”, bensì di una zona urbana particolarmente sorvegliata, dove la presenza coordinata delle forze dell’ordine, insieme alla polizia locale, vuole garantire maggiore sicurezza ai residenti, ai commercianti, ai turisti e alla “gente per bene” che vive e lavora quotidianamente in quel quartiere. L’obiettivo è restituire normalità, fiducia e vivibilità a una delle piazze storiche della città, prevenendo nuovi episodi di degrado e favorendo un clima di ordine e serenità. La “zona rossa” non è una barriera, ma uno spazio di cura e di attenzione, un segnale di presenza dello Stato che vuole proteggere, non reprimere, e che lavora per far tornare le persone a vivere la città in modo sicuro e positivo. In questa stessa direzione, proseguono i servizi di pattuglia appiedata e di prossimità, attuati dalle forze di polizia nei diversi quartieri della città. Si tratta di presenze costanti, riconoscibili, che permettono un contatto diretto con i cittadini, con i commercianti, con chi vive ogni giorno la città. Un modo concreto per restituire vicinanza reale e quotidiana dello Stato alla comunità, per far sentire le persone ascoltate, tutelate e parte di un tessuto urbano che si rigenera nella fiducia reciproca».
Attraverso il “Patto per la sicurezza urbana”, sottoscritto a giugno fra prefetto e sindaco, il Comune potrà fruire di finanziamenti ministeriali per rafforzare la sicurezza urbana, anche attraverso il potenziamento dei sistemi di videosorveglianza. In questa cornice si colloca anche il finanziamento del ministero dell’Interno, nell’ambito del progetto nazionale “Scuole Sicure 2025/2026”, che assegna a Livorno oltre 33mila euro per iniziative di prevenzione e contrasto allo spaccio di droga negli istituti scolastici. La prefettura attende ora che il Comune presenti, entro il 3 novembre, il progetto dettagliato di utilizzo dei fondi, corredato da una scheda operativa e dalle voci di spesa. «Sostenere i ragazzi nella crescita – ha aggiunto Dionisi – significa aiutarli a scegliere la vita, la libertà e la responsabilità. Anche sul tema degli stupefacenti dobbiamo essere consapevoli che dove esiste un’offerta di spaccio, esiste purtroppo anche una domanda: ecco perché è fondamentale accompagnare i giovani, sostenerli e non lasciarli soli di fronte a questa deriva. Questi fondi non servono a punire, ma a informare, a prevenire, a ricostruire comunità. La sicurezza nasce anche dalla scuola, dalla famiglia, dall’ascolto e dal dialogo con i giovani. È lì che si costruisce il futuro della città. Il prefetto ha infine ribadito che «la sicurezza non può essere ridotta alla sola presenza delle forze dell’ordine, ma va intesa come un impegno comune che unisce istituzioni e cittadini in un patto di fiducia e corresponsabilità. Non è solo vigilanza o contrasto: è educazione alla legalità, cura dei luoghi e rispetto delle persone. È un valore che si costruisce insieme, giorno dopo giorno, con l’impegno di tutti. Nessuna forza, da sola, può garantire la sicurezza se non esiste una comunità che la vive come un dovere e un diritto condiviso. È questa la vera forza dello Stato: la sua capacità di farsi comunità, di trasformare la protezione in fiducia, la legge in giustizia, la presenza in vicinanza».
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