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Livorno, un bimbo su 4 è obeso o in sovrappeso: i consigli del pediatra e un test per scoprire i primi segnali di anoressia e bulimia

di Martina Trivigno

	Il dottor Biasci sottolinea l'importanza di praticare attività fisica o sportiva
Il dottor Biasci sottolinea l'importanza di praticare attività fisica o sportiva

Controlli e questionario per i genitori per il monitoraggio affidato ai pediatri. E la Regione prevede sempre certificati gratis per incentivare l’attività fisica e sportiva. Il dottor Paolo Biasci: «Importante individuare il prima possibile il rischio di sviluppare diabete e disturbi alimentari»

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LIVORNO. «Il 25-30 per cento dei bambini di età compresa tra i sei e i dieci anni è sovrappeso o obeso. Per questo è importante continuare a lavorare per individuare prima possibile eventuali problematiche di eccesso ponderale (l’accumulo eccessivo di grasso corporeo che include sia il sovrappeso che l’obesità, ndr). Il dottor Paolo Biasci, pediatra livornese e segretario regionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) della Toscana, spiega che le buone abitudini devono iniziare fin da piccoli. «Sia a tavola che sul fronte dell’attività fisica – precisa – senza che però diventino una fissazione». Così la Regione Toscana ha annunciato di proseguire la collaborazione con i pediatri di famiglia per tenere sotto controllo l’eccesso di peso nei bambini e valutare eventuali altri disturbi riguardo comunicazione e capacità di relazione.

Dottore, partiamo dall’inizio: cosa si intende per corretta alimentazione?

«Una corretta alimentazione per i bambini si basa su una dieta varia e bilanciata, con particolare attenzione a frutta e verdura, cereali integrali, fonti proteiche diverse (carne bianca, pesce, legumi, uova, latticini) e grassi sani, come l’olio extravergine d’oliva. È importante stabilire pasti regolari, inclusa una colazione importante, e limitare zuccheri e grassi saturi da snack e bevande».

Che dire del cosiddetto cibo spazzatura? È importante essere rigidi?

«Le problematiche relative all’eccesso di peso derivano dall’abitudine quotidiana: non è il compleanno dell’amico o dell’amica dove si mangia la pizza, le patatine, l’hamburger o il gelato a fare la differenza perché quello avviene una tantum e una tantum va anche bene. In ogni caso, però, devono essere i genitori a capire, per primi, cosa si mangia quando ci mettiamo seduti a tavola e quindi saper riconoscere se si sta mangiando in maniera corretta oppure no».

Come funziona la diagnosi di eccesso ponderale?

«Come pediatri di famiglia, facciamo una prima valutazione dell’indice di massa corporea su tutti i bambini di sei anni, per poi ripetere gli stessi controlli a dieci e 14 anni. A quel punto compiliamo una scheda sulle abitudini alimentari e di vita dei bambini: ad esempio, che tipo di alimenti vengono somministrati dalla famiglia, se fanno colazione regolarmente oppure no, se fanno attività fisica o sportiva, se bevono bibite gassate o zuccherate. E il risultato finale lo inviamo alla Regione».

Uno stile di vita sano comprende una corretta alimentazione ma anche una costante attività fisica: come ci si muove per incentivarla?

«È la Regione stessa ad aver stabilito un incentivo: noi pediatri di libera scelta possiamo fare gratuitamente il certificato di attività sportiva non agonistica per quei bambini che risultino in eccesso ponderale, si parla quindi sia di sovrappeso che obesità. Quindi, noi facciamo un bilancio di salute al sesto e al decimo anno, poi prima e dopo proseguiamo con dei follow up. Ma andiamo anche oltre».

Si spieghi meglio.

«Al contempo, attraverso questo percorso, cerchiamo di intercettare il rischio metabolico. In altre parole di individuiamo quei bambini che, in questo contesto di eccesso ponderale, sono a rischio malattie metaboliche (gruppo di disturbi che alterano il metabolismo, impedendo la corretta elaborazione di nutrienti come carboidrati, proteine e grassi, ndr)».

Cosa valutate in questo caso?

«Rivalutiamo la pressione, controlliamo se possa esserci una situazione che può portare a uno squilibrio metabolico, anche al diabete se vogliamo: sappiamo infatti che l’obesità è particolarmente importante perché, già in età pediatrica, può portare a malattie ben più importanti nel corso degli anni successivi. Abbiamo quindi a disposizione una batteria di esami ematici che controllano proprio alcuni parametri per valutare, come detto, l’eventuale presenza di rischio metabolico nei bambini e anche la possibilità di fare un’ecografia del fegato perché, in alcuni casi purtroppo, troviamo delle situazioni di fegato grasso, dovuto proprio allo squilibrio alimentare. Poi nell’accordo regionale 2025 c’è anche una novità importante».

Di cosa si tratta?

«Abbiamo aggiunto al bilancio di salute e alla scheda di valutazione allegata al bilancio di salute del decimo anno anche cinque domande che noi rivolgiamo ai genitori per rilevare un eventuale rischio di disturbo della condotta alimentare, come ad esempio anoressia o bulimia: in genere si sviluppa più avanti, nel corso dell’adolescenza, però magari alcuni atteggiamenti/comportamenti del bambino o della bambina nei confronti dell’alimentazione possono essere un campanello di allarme che, da una parte, ci consente di sensibilizzare le famiglie e, dall’altra, fare in modo che noi pediatri possiamo tenerli sotto controllo anche in seguito, visto che questi ragazzi li seguiamo fino ai 16 anni».

È legato all’aumento del disagio giovanile?

«Negli ultimi anni l’attenzione verso l’età adolescenziale è aumentata moltissimo. Sia chiaro: il disagio adolescenziale è un fenomeno sotto certi aspetti abbastanza normale: l’adolescenza, infatti, è una fase di tensioni, di pressioni, di guardarsi e di confrontarsi con gli altri, ma in una situazione del genere il confronto può creare anche difficoltà. Da qui l’attenzione verso alcuni segnali che potrebbero, nel tempo, tramutarsi in un disturbo alimentare: un bambino o una bambina molto selettivi negli alimenti che mangiano, che fanno un’attività sportiva eccessiva, che magari si pesano spesso senza che nessuno abbia chiesto loro di farlo. Ecco, sono piccoli atteggiamenti da attenzionare».

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