Il Tirreno

Livorno

Giovani e violenza

Livorno, 16enne aggredito in Venezia: «Mio figlio pestato dal branco, erano in 20 contro 1»

di Martina Trivigno

	Le pattuglie dei carabinieri in piazza del Luogo Pio (foto d’archivio)
Le pattuglie dei carabinieri in piazza del Luogo Pio (foto d’archivio)

Il giovane era insieme a un amico in piazza del Luogo Pio quando un coetaneo ha iniziato a chiedergli dei soldi. Al pronto soccorso sono stati accertati un trauma cranico, lividi e contusioni su tutto il corpo. La madre: «È ancora sotto choc, è fuggito grazie ad alcuni migranti»

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LIVORNO. «Mio figlio è stato pestato dal branco in Venezia. Erano in 20 contro uno». La voce è ridotta a poco più di un sussurro. Lei, la madre (di cui omettiamo le generalità per tutelare la vittima minorenne), ha ripercorso quei terribili momenti attraverso le parole del figlio, un ragazzo livornese di 16 anni. Che porta ancora addosso i segni del pestaggio: contusioni, un occhio nero, lividi sparsi per tutto il corpo, uno zigomo probabilmente rotto. E la paura che non se ne va, da sabato sera.

I fatti

Piazza del Luogo Pio, erano circa le 23,30 e il 16enne era in compagnia di un coetaneo vicino alla spalletta del fosso. «Mio figlio stava chiacchierando con il suo amico – racconta la madre – quando all’improvviso ha sentito qualcuno che li ha tirati da dietro. Era un adolescente di 15-16 anni che ha iniziato a importunarli. Ha chiesto loro dei soldi, ma mio figlio ha fatto finta di nulla, sperando che se ne andasse». Così i ragazzi hanno ripreso a parlare tra loro, ma all’improvviso l’adolescente di poco prima si è avvicinato di nuovo. «Ha afferrato le loro teste da dietro e le ha scontrate – spiega la donna – . Allora l’amico di mio figlio si è girato e gli ha dato una spinta: ne è nata una baruffa, dove mio figlio si è messo in mezzo, cercando di separarli. Qualcuno, però, deve aver chiamato il 112 perché in poco tempo sono arrivate le volanti della polizia, ma il ragazzo è riuscito a fuggire».

Il secondo round

Tutto sembrava finito e il 16enne si è separato dal suo amico ed è andato verso il Mercatino americano per recuperare il suo scooter. «Ma in via della Cinta Esterna mio figlio è stato circondato da una ventina di ragazzi, più o meno suoi coetanei, e tra questi ha riconosciuto l’adolescente che lo aveva infastidito in piazza del Luogo Pio – prosegue la donna – . Loro hanno iniziato a insultarlo e a picchiarlo, lui era al centro, per terra, impossibilitato a difendersi. Ed è stato provvidenziale l’intervento di alcuni migranti di un vicino centro d’accoglienza che si sono messi in mezzo, dando così a mio figlio la possibilità di scappare. Ringrazio questi ragazzi: se non fossero arrivati loro, sarebbe potuto succedere il peggio. Non voglio neppure pensarci». Il 16enne ha iniziato a correre con un’unica meta: piazza Mazzini. È lì che abita l’amico, così ha suonato il campanello di casa e la famiglia lo ha fatto entrare. E una volta al sicuro, ha chiamato i suoi genitori. «Lo abbiamo portato al pronto soccorso – sottolinea la madre – e i medici hanno accertato un trauma cranico, contusioni, lividi e uno zigomo probabilmente rotto. Ma le ferite che mio figlio ha riportato sono molto più profonde: non è voluto andare a scuola temendo ripercussioni e si è deciso a denunciare i suoi aggressori soltanto dopo alcuni giorni».

L’appello

E alla fine anche la madre del ragazzo si è decisa a raccontare al Tirreno questa storia. «Perché non è con il silenzio che si ottengono dei risultati – conclude – . Spero che la mia testimonianza sia utile anche ad altri genitori per trovare il coraggio di farsi avanti. Mio figlio è un ragazzo tranquillo, ma suo malgrado si è trovato vittima di un pestaggio. È ancora sotto choc e avrà bisogno di tempo per riprendersi. Noi saremo al suo fianco, come sempre. Ma l’attenzione deve restare alta: i nostri ragazzi non devono essere lasciati da soli».


 

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