Tumore al colon-retto, a Livorno test più facili: «Il kit si riconsegnerà in farmacia»
Fino a ora la provetta si poteva solo ritirare. Entro Natale partirà la nuova organizzazione: il meccanismo
LIVORNO. È lo screening con l’adesione più bassa da parte dei livornesi (e non solo): fino a ora soltanto il 35-40 per cento dei cittadini ha risposto alla chiamata dell’Azienda sanitaria per lo screening per prevenire il tumore del colon-retto.
E se da tempo le farmacie sono scese in campo per sensibilizzare il più possibile la popolazione su questa tipologia di test, a breve ci sarà anche un passaggio in più: entro Natale, infatti, i kit non solo si ritireranno (come già succede adesso) ma saranno anche riconsegnati in una delle 50 farmacie in città che, a loro volta, si occuperanno di inviare il campione direttamente al laboratorio. «L’obiettivo è chiaro: invertire la tendenza grazie a orari più flessibili per la riconsegna, accorciando le distanze e contando sempre di più sul consiglio del farmacista ai propri clienti sull’importanza di aderire», spiega Riccardo Morelli, presidente di Federfarma Livorno.
Come funziona
Gli screening oncologici sono interventi sanitari di prevenzione cosiddetta secondaria, cioè finalizzata alla diagnosi precoce del tumore o all’individuazione di alterazioni che possono precederne l’insorgenza. Per questo il Sistema sanitario regionale offre programmi di screening oncologici articolati in percorsi organizzati, dal test fino all’eventuale trattamento e successivi controlli ai quali si accede senza ricetta medica. Ad esempio, se c’è un polipo intestinale che sta crescendo, all’inizio non darà alcun fastidio ma con la ricerca del sangue occulto è possibile vedere se c’è sanguinamento e, qualora ci fosse, si può procedere con la colonscopia. E se durante la colonscopia viene trovato quel polipo, lo si può togliere direttamente. In questo modo si estirpa all’origine quello che poteva essere un futuro tumore del colon- retto.
A chi è rivolto
E lo screening per il tumore del colon-retto è rivolto a donne e uomini di età compresa tra 50 e 69 anni, con un intervallo di due anni. Il test è un esame semplice e non doloroso che permette di rilevare nelle feci la presenza di sangue occulto, cioè non visibile ad occhio nudo. Il test consiste nella raccolta di un piccolo campione di feci da inserire in una provetta, che viene poi analizzato in laboratorio. Il kit, cioè la provetta per eseguire il prelievo di feci, deve essere ritirato dove indicato nella lettera di invito e il prelievi per il test è semplice e si fa a casa propria.
Cosa cambia
Ma presto sarà ancora più semplice aderire e partecipare allo screening gratuito per prevenire il tumore al colon-retto. Il kit si potrà infatti ritirare e poi riconsegnare non solo nei presidi sanitari sul territorio come è stato fino ad oggi – il che imponeva orari più rigidi – ma anche nelle farmacie convenzionate, che saranno identificate da un logo e una vetrofania. Una semplificazione importante, da cui adesso la Regione Toscana si aspetta una crescita delle adesioni da parte dei cittadini: come detto, infatti, questa tipologia di test è sempre stato, tra gli screening istituzionali, quello con la partecipazione più bassa.
La centralizzazione
E sempre sul fronte degli screening gratuiti per prevenire il tumore al colon-retto, un’altra novità riguarda la centralizzazione dei test verso Ispro: in sostanza la lettera con la chiamata non arriverà più dall’Asl Toscana nord ovest (come è stato fino ad ora), ma dall’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica. Per i cittadini non cambierà assolutamente nulla, ma la centralizzazione è stata pensata proprio per «migliorare gli obiettivi di qualità raggiungibili nel percorso di screening del colon-retto – spiega l’Asl nord ovest – e si realizzerà attraverso l’omogeneizzazione delle diverse fasi che attengono all’intero processo con standardizzazione della fase pre-analitica, lo sviluppo di un sistema integrato in grado di assicurare la qualità e la sicurezza nelle attività di trasporto, la formazione e il re-training del personale che entra in una qualche fase del percorso».
Il protocollo
Così la Regione ha dato il via libera al protocollo d’intesa firmato dalle Aziende sanitarie e dall’Ispro (Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica) con le organizzazione delle farmacie pubbliche e private. «In tutta la città di Livorno ci sono una cinquantina di farmacie, da tempo impegnate in una campagna di sensibilizzazione sui test per prevenire i tumori al colon-retto – conclude il presidente di Federfarma Livorno – e questo progetto evidenzia ancora una volta il ruolo di importante presidio del servizio sanitario svolto dalle farmacie. La prevenzione è importante e fa bene alla salute dei cittadini e alla sostenibilità del servizio sanitario regionale».
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