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Livorno, i portuali isolati in Italia: Zim scarica i container in Darsena Toscana

di Stefano Taglione
La "Zim Iberia" mentre scarica in Darsena Toscana
La "Zim Iberia" mentre scarica in Darsena Toscana

Resta comunque la lotta contro il traffico di armi: «Qui non saranno mai più scaricate». L'Usb si offre di proclamare sciopero anche «per qui lavoratori che vorranno boicottare la compagnia israeliana»

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LIVORNO. La “Zim Iberia” è entrata in porto, scaricando i suoi container in Darsena Toscana. La compagnia israeliana, che nelle scorse settimane ha visto respinta la sua nave “Virginia” dopo la vibrante protesta dei manifestanti contro il genocidio a Gaza, ha quindi ripreso regolarmente i suoi traffici con Livorno, in particolare con Tdt, di cui è cliente. I portuali, infatti, da ieri mattina hanno deciso di non continuare a protestare, garantendo comunque di non accettare in maniera definitiva più i carichi di armi o munizioni. Il motivo lo ha ben spiegato in un messaggio indirizzato a tutti gli iscritti il segretario della Filt Cgil di Livorno, Giuseppe Gucciardo: «Fino al tardo pomeriggio di ieri (martedì per chi legge ndr) si è tenuta una riunione con tutti i portuali italiani – le sue parole – ed è emerso il “caso Livorno” sull’embargo a Israele. Nessun altro porto ha fatto obiezioni sul voler contrastare tutti i traffici di armi, perché c’è una norma e possiamo sfruttarla. Ma sul discorso di ostacolare i traffici commerciali, seppur Livorno abbia fatto un gesto lodevole e ammirato da tutto, nessun porto si è detto in grado di poterlo bloccare e non c’è la volontà di farlo».

I nostri portuali, in pratica, si sono trovati isolati. E il rischio è che l’armatore israeliano possa andare ovunque, da Genova a Gioia Tauro, ma non a Livorno, cancellandolo dalla propria mappa. «Proseguendo con la lotta ai traffici commerciali verremo isolati – prosegue Gucciardo – e provocheremo un danno al porto, senza aggiungere niente alla causa pro-Pal. Il mio suggerimento, anche per dosare le forze verso una mobilitazione che non si esaurisce qui, è indirizzare la protesta al materiale bellico, dando il via libera a tutti gli altri traffici commerciali sul terminal. Un’operazione di buonsenso che non toglie niente a quello che abbiamo fatto, anzi. Non va minimizzato: abbiamo fatto qualcosa di grandioso, ma ora bisogna riportare la mobilitazione sotto un profilo più ricevibile, anche perché il prezzo lo pagherebbero solamente i lavoratori e le lavoratrici di Terminal Darsena Toscana e non è giusto».

Sul tema è intervenuta anche l’Unione sindacale di base. «Dopo la repentina retromarcia degli altri sindacati siamo pronti, qualora lo chiedessero i lavoratori interessati, a estendere la copertura di sciopero a tutte le ditte portuali coinvolte – scrive il sindacato –. Per quanto ci riguarda se tutti i portuali, o anche uno solo, dovessero decidere di proseguire nel boicottaggio della compagnia israeliana, si deve garantire adeguata copertura di sciopero. Siamo convinti che tale iniziativa debba estendersi anche negli altri porti italiani, in modo da essere davvero efficace. Questa sarà la nostra proposta che avanzeremo a breve nelle prossime riunioni nazionali. Nel nostro scalo sono stati diversi gli armatori che hanno negli anni e periodicamente abbandonato alcuni traffici e alcune tratte. Lo hanno fatto per i loro interessi e per i loro calcoli economici. La Zim è stato uno di questi e altri si sono sostituiti. Adesso questi stessi armatori e terminalisti accusano i lavoratori di irresponsabilità ma quando sono stati loro a farlo, magari per esigenze di risparmio, nessuno ha mosso un dito. Siamo noi, a questo punto, a fare un appello alla responsabilità di fronte a migliaia di bambini trucidati a Gaza dallo stato di Israele».

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