Livorno e i suoi alberi monumenti realizzati da sua maestà la Natura: l’omaggio a 14 gioielli
Censiti gli alberi che per età, bellezza e storia sono di particolare pregio e devono essere tutelati
LIVORNO Cosa hanno in comune l’Isola di Gorgona e la Certosa di Calci? A rispondere è Francesco Presti, agronomo, nel corso della presentazione, in Comune, dei 14 alberi della nostra città riconosciuti come “monumentali” dalla Regione Toscana e dal ministero dell’Agricoltura: «Ci trovavamo di fronte a un caso inspiegabile: gli ulivi della Gorgona possedevano un “Dna” diverso da quello di tutte le altre famiglie ulivicole conosciute nel mondo».
Poi Presti si trova ad operare presso la Certosa ed esaminando gli ulivi scopre che hanno lo stesso gene di quegli gorgonesi: «Alla fine scoprii come i monaci certosini di Calci appartenessero allo stesso ordine che per un po’ di tempo popolò l’isola livornese nei tempi nei quali là appunto sorgeva un monastero. Praticamente gli ulivi della Gorgona furono spediti da Calci».
Nel corso dell’evento, oltre ai “rari” ulivi isolani, sono state presentate altre 13 piante considerate monumentali, per stazza, altezza, bellezza o valore storico e artistico. «Grandi alberi che rappresentano un patrimonio di memoria e di valori ambientali, paesaggistici, culturali – sottolinea l’assessora Giovanna Cepparello –. Alberi che per età, bellezza, rarità e storia sono di particolare pregio quindi meritevoli di essere catalogati e tutelati come monumentali».
«Sono esemplari che possono essere considerati – le fa eco l’assessora Angela Rafanelli -come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, oppure che rechino un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali».
Ma conosciamoli questi alberi. Il primo è un Pino d’Aleppo ed è ospitato a Villa Ombrosa, a due passi dalla Chiesa dell’Apparizione. 365 cm di circonferenza per 300 anni d’età. Analoga circonferenza ma l’esatta metà degli anni per un pino della stessa specie collocato nella stessa villa.
Procediamo con un’altra coppia di alberi secolari ovvero i due platani che, come corazzieri, proteggono i fianchi del palazzo centrale di Villa Fabbricotti che ospita la biblioteca. Forse gli alberi più alti di Livorno. Passiamo al Leccio Sughera all’interno del Santuario di Montenero: oltre alla notevole circonferenza di 310 cm presenta un’originale “torsione” del tronco. Passiamo a un altro Cedro del Libano ospitato nella Villa Maurogordato citato tra i “secolari” per la suggestiva figura formata da molti grandi rami che si allargano verso l’esterno. Nella Villa Mimbelli vive poi un Cipresso di Monterey, esemplare di dimensioni gigantesche già presente in loco ancor prima della costruzione della villa stessa, villa che ospita pure un Pino Laricio e un Tasso, il primo “monumentale” per le sue dimensioni, il secondo per il “portamento delle chiome”.
Siamo al Leccio della Fonte della Puzzolente con i suoi 356 cm di circonferenza. Presso il Podere il Gorgo lungo il Torrente Chioma troviamo due frassini distanti 4 metri l’uno dall’altro che quasi formano un originale corpo unico. Pochi avranno poi notato tra il Parco Commerciale di Levante e il cimitero della Misericordia una Sughera che si sviluppa originalmente in tre fusti. La citazione della Tamerici del viale di Antignano vale come omaggio al pittore Giovanni Fattori che di queste piante “pettinate” dal vento ha fatto un simbolo di Livorno.l