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Livorno, primo intervento con il robot: «Chirurgia molto più precisa»

di Martina Trivigno

	L’équipe di Urologia degli Spedali Riuniti subito dopo il primo intervento con il robot
L’équipe di Urologia degli Spedali Riuniti subito dopo il primo intervento con il robot

Ospedale: Settantenne operato per un tumore alla prostata

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LIVORNO. Dopo un paio di settimane di collaudo e formazione del personale, ieri è stato fatto il primo intervento chirurgico con “Versius plus”, il nuovo robot capace di agevolare il lavoro dei medici chirurghi, consentendo 200-300 interventi ogni anno. A “guidarlo” è stato il dottor Maurizio De Maria, primario di Urologia degli Spedali Riuniti. «Il primo paziente che è stato sottoposto a intervento è un settantenne, operato per un tumore alla prostata – spiega il medico – . L’indicazione classica degli interventi robotici, infatti, è di tipo oncologico. L’innovazione tecnologica è ormai parte fondamentale del progresso chirurgico. Certo, non tutto si può fare con il robot che però, soprattutto per la parte oncologica, permette dei miglioramenti enormi sia per i pazienti che per il chirurgo. È quindi un importante passo avanti. La nostra area vasta ha già una piattaforma al Versilia, ma questa è di base agli Spedali Riuniti».

Come è arrivato qui

Il robot è il risultato del protocollo d’intesa tra l’Asl Toscana nord ovest ed Eni che il 17 ottobre scorso hanno firmato il protocollo d’intesa con cui le due parti concordano «di valutare l’opportunità di sviluppare una reciproca collaborazione per la tutela della salute pubblica in diversi ambiti, dalla sorveglianza epidemiologica ai progetti di promozione della salute, oltre che allo sviluppo di tecnologie digitali nel settore life-science». Ma in quest’operazione anche il Comune di Livorno ci ha messo lo zampino. Sì, perché il sindaco Luca Salvetti – con l’assessore Andrea Raspanti, i consiglieri Enrico Bianchi e Roberto Danieli e con il lavoro di contatto portato avanti da Pietro Contorno – ha costruito la rete che ha consentito l’arrivo del macchinario all’ospedale di Livorno.

Come è andata

Il primo intervento con “Versius plus” è durato circa quattro ore e mezza. Il robot, formato da quattro bracci indipendenti di dimensioni e peso ridotti e una consolle contenuta (proprio per spostarlo facilmente da un presidio all’altro), è capace di ottimizzare il flusso di lavoro del blocco operatorio e favorire l’accesso al sistema da parte di più specialità/équipe chirurgiche che operano in sale diverse. In pratica, il robot consente di riprodurre i gesti compiuti dal chirurgo con una precisione notevole, che lascia meno margini all’errore umano. «La chirurgia robotica ha bisogno di una preparazione importante – sottolinea il primario De Maria – . Ringrazio la direzione dell’Azienda che ha rafforzato il nostro ospedale con questa tecnologia e l’équipe che ho l’onore di guidare: in un paio di settimane è stata conclusa sia la fase di collaudo del robot sia la formazione del personale».

I numeri

Nel 2024, l’Unità operativa complessa di Urologia ha fatto 980 interventi a Livorno e 250 a Piombino, di cui tanti oncologici. «Di questi, circa 80 hanno riguardato tumori alla prostata – conclude De Maria – che richiedono la chirurgia robotica e quindi sono stati fatti o al Versilia o in convenzione con l’Università ospedaliero-universitaria pisana (Aoup). D’ora in poi possiamo farli qui, nel nostro ospedale».

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