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Livorno, ristoratore di 46 anni trovato morto in casa dal padre: «Era in un angolo sanguinante»

di Claudia Guarino

	Rosario Surace in una foto concessa dalla famiglia
Rosario Surace in una foto concessa dalla famiglia

Rosario Surace gestiva con il babbo il locale “Poldo”: «Si stava preparando per Effetto Venezia. Era contento»

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LIVORNO. Non rispondeva al telefono da ore perciò il padre, preoccupato, è andato da lui per controllare la situazione. E quando è entrato in casa ha trovato il figlio immobile, in una pozza di sangue. È morto lì, nell’appartamento di via della Coroncina in cui abitava, Rosario Surace, ristoratore del locale paninoteca “Poldo”. Avrebbe compiuto 47 anni il prossimo ottobre e lascia un grande vuoto nei cuori delle tante persone che gli volevano bene. In quelli dei colleghi e degli amici, ma soprattutto in quelli dei familiari: la madre, il padre e la sorella.

Il lavoro

Cresciuto a Ponte a Egola, dove aveva frequentato le scuole, Surace da anni svolgeva il suo lavoro nell’ambito della ristorazione, a Livorno ma non solo. Insieme a suo padre Attilio, per esempio, aveva gestito il bar New Deal sulla via Tosco Romagnola, a San Miniato. Poi, qualche anno fa, si è trasferito a Livorno dove ha gestito, sempre in tandem col padre, La Taverna di Poldo in via Grande, poi diventata semplicemente “Poldo” col trasferimento del locale in piazza del Luogo Pio, in Venezia. Surace amava il suo lavoro. «Si stava preparando per Effetto Venezia. Aveva messo le tende ed era contento», racconta il padre Attilio. «Io sono il titolare della ditta – spiega – ma in realtà faceva tutto lui».

Il ritrovamento

E i due si sentivano spesso. «La mattina ho provato a contattarlo ma non rispondeva, allora sono andato da lui. Ma, quando sono entrato in camera, era in un angolo sanguinante». Il padre a quel punto ha dato l’allarme. Erano circa le 20, 30 di martedì e in via della Coroncina la centrale operativa del 118, sulla base della segnalazione girata dai colleghi fiorentini del numero unico di emergenza 112, ha inviato un’ambulanza della Svs, arrivata dalla sede di via San Giovanni e affiancata dall’auto medica. Contestualmente sono state avvisate anche le forze dell’ordine e in centro è arrivata la volante della polizia di Stato. Il medico del 118 non ha potuto fare altro che constatare il decesso e la salma di Surace è stata poi trasportata all’obitorio dei Lupi, a disposizione del magistrato, da un mezzo del servizio di onoranze funebri della Svs di Livorno.

L’ultimo saluto

Chi conosceva Rosario lo descrive come una persona volenterosa e affettuosa. Come un uomo con cui faceva piacere trascorrere il tempo e come un professionista innamorato di un lavoro che aveva intrapreso, da imprenditore e insieme al padre, anni fa. La famiglia non ha ancora potuto organizzare il funerale perché il corpo è a disposizione della magistratura per l’autopsia. Solo una volta che saranno conclusi gli esami per stabilire la causa della morte (l’ipotesi principale è che si sia trattato di un malore) la salma sarà restituita ai parenti che potranno fissare la data per l’ultimo saluto.

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